Rossana Orlandi e il progetto ispirato dai bambini

Quando hai iniziato il tuo percorso sulla sostenibilità e perché hai scelto il modello "concorso"?  


È un percorso sulla partecipazione, sulla concretezza, sulla voglia di trovare soluzioni al tema.
È uno state of mind di come penso si debbano affrontare i problemi, con voglia di risolverli e con il rispetto e la cura di ciò di cui si ha la consapevolezza.
Sono stati i miei nipoti, i bimbi di Nicoletta mia figlia, a far partire inconsapevolmente il progetto. Eravamo in Sardegna una domenica mattina di un febbraio tiepido e insieme siamo andati in spiaggia.
Giò e Isa si sono messi a giocare, come solo i bambini sanno fare con assoluta spensieratezza, con quello che trovavano sulla spiaggia: plastica, tanta e colorata.
Nella loro spontaneità ne hanno subito colto l'opportunità, la positività e hanno costruito un'opera astratta fatta di forme e colori. Bellissima.
Il progetto è nato così: mentre si urlava che la plastica era il Male del mondo nel vero senso della parola, sui media, sui social, all'interno dei dibattiti, - era il 2017- io ho pensato che fossimo noi a non capire il potenziale che la plastica aveva in sé attraverso un possibile riuso, riciclo e upcycle.

È impossibile vivere senza plastica, oggi come oggi. È un'ipocrisia pensare a un mondo total free plastic.
Un'occhiata veloce intorno a noi. Pensiamo all'uso quotidiano della plastica all'interno di una struttura ospedaliera.
Sono convinta, e oggi dopo anni ancora più che mai, che Plastic is not Guilty. Sono il suo abuse e misuse a renderla tale. E chi fa abuse e misuse? Noi!
Di fatto dovremmo tutti porci di fronte a un'assunzione di responsabilità.  

Con Nicoletta, al mio fianco da sempre, abbiamo dato vita a RoGUILTLESSPLASTIC, progetto pensato a due teste e gestito a quattro mani, totalmente rivoluzionario per le tesi "di moda" e di tendenza in quel momento. Non abbiamo avuto un solo istante di esitazione o di tentennamento, mettendoci la faccia sin da subito.
E abbiamo coinvolto il nostro mondo, quello del Design. È stata uno sbocco professionalmente naturale.
Sarà stata la passione che ci abbiamo messo, la convinzione che abbiamo condiviso, ma credeteci, tutti ci hanno seguito.

Abbiamo strutturato quindi l'idea, creando il RoGUILTLESSPLASTIC, che di fatto è un progetto di divulgazione, di comunicazione per coinvolgere la Design Community a fare scelte responsabili nelle loro produzioni facendo reuse, recycle e upcycle della plastica.
Due di base sono stati gli eventi più importanti che ne fanno parte, e che coinvolgono, ciascuno per le proprie competenze, due tipi di interlocutori. Da una parte, i progetti di allestimento, i master, i professionisti e i designer più acclamati e dall'altra il Ro Plastic Prize per coinvolgere tutti, ma proprio tutti. Incitandoli a una sfida sotto forma di competizione, a elaborare progetti e idee perseguendo lo statement delle categorie che compongono il Prize.

La plastica è poi stata lo spin off per fare un upgrade del progetto che per quanto rimarrà con il nome RoGUILTLESSPLASTIC - con copyright mondiale - ora è concepito su tutto il Waste in generale. Quello che noi chiamiamo re-Waste, per brevità di comunicazione e che il mondo dell'industria chiama materia prima-seconda. 

Quali sono i risultati che ti aspettavi e quali quelli ottenuti durante tutto questo percorso? 

Di solito non amo usare termini eclatanti, per me "entusiasmanti" è già molto, ma di fatto sono stati "strabilianti". Abbiamo chiuso in questi giorni la valutazione dei nuovi progetti candidati nel corso dei quattro anni, 99 i paesi che hanno partecipato al Ro Plastic Prize.
Non ce lo aspettavamo di certo!!
Questo successo, per Nicoletta e per me, se da una parte rinforza la nostra convinzione dall'altra ci rende coscienti di avere in mano una responsabilità concreta. Non possiamo permetterci di fare le cose superficialmente, e di sbagliare. Migliaia di persone hanno creduto in noi. Dobbiamo loro tutta la nostra passione, la partecipazione e soprattutto la serietà.
Sarei felice se RoGUILTLESSPLASTIC diventasse una legacy del mondo del Design, della creatività, della progettazione.

Il risultato mi ha riportato principalmente una precisa convinzione: non tanto che la nostra idea fosse buona ma quanto la gente ha voglia di essere parte di una soluzione.
L'importante, come in tutte le cose, è "spargere entusiasmo e consapevolezza".

Nel partecipare a progetti come questo, nel prepararli, nell'organizzarli si prende sempre più coscienza del tema, si fa ricerca, si spronano gli interventi  non solo dei privati.

Nicoletta e io, e per favore questo lo scriva, siamo grate a tutte le Aziende che nel corso degli anni, durante le diverse Milano Design Week, hanno sostenuto concretamente la messa a terra di ogni edizione.
La partecipazione è stata una fornitura di adrenalina e il risultato una soddisfazione condivisa.

Con il Prize abbiamo fatto entrare nel progetto dai bambini alle università, dagli  architetti ai Designer di fama mondiale che hanno messo a disposizione i loro studi per progettare pezzi innovativi per progettare case, tutto realizzato con il  re-Waste material. Per noi è importante far comprendere che  che tutto ciò non è una cosa così evidente e scontata.

Tutto è Design, è progettazione e il materiale che si usa implica e modifica in modo preponderante  le scelte stilistiche, le scelte architettoniche e le scelte produttive.
Tutte le figure coinvolte nel circolo appassionato del Progetto, hanno dovuto studiare, fare ricerca. Tutto ciò da una parte li ha resi consapevoli, dall'altra li ha resi innovativi.
Di questo siamo molte orgogliose: aver dato vita di fatto a un manifesto sulla plastica.

Che relazione esiste tra la tua attività di talent scout e la plastica? 

Partendo dall'assunto che io adoro i mei Designer e  sentirmi chiamare da loro "MOM" mi rende morbido il cuore, sono due i nomi che voglio portare a icona. 

Arsenio Rodriguez, un vero e proprio artista sognatore, dall'animo puro e fanciullesco, - un dono arrivato in Galleria Rossana Orlandi alla prima edizione di RoGUILTLESSPLASTIC.
In Spagna, a Cadice dove lui vive, rubava la Plastica dai cassonetti della differenziata attraverso un gancio per recuperare materiale con cui lavorare.
Arsenio ha presentato un lavoro, il Pescador de Botellas, che è qualcosa da non crederci: con flaconi di detersivi, bottiglie di plastica, contenitori di shampoo ha realizzato un mondo sottomarino, fatto di forme incredibili e colori bellissimi. Un sogno per noi e soprattutto per lui. (Vedi foto in copertina)
Lo scorso anno Elle Decor USA ha usato la foto di quel lavoro per aprire la rubrica Earth, firmata dal direttore Asad Skyrett, e dove RoGUILTLESSPLASTIC viene invitato a esibire la sua opera, richiesta a gran voce. Di fatto Arsenio si sposta dalla Spagna per andare a realizzarla personalmente con le sue mani, adattandola al luogo dell'esposizione.

Alessandro Ciffo, italiano, da me considerato il mago del silicone. Un designer che con questo materiale è capace di fare ciò che vuole, poltrone giganti, anfore monumentali.
Gli ho chiesto: "fammi un'opera con il silicone riciclato ed entri in Galleria".
Alessandro ha coinvolto un'azienda che ha fatto ricerca sul riuso e realizzato in silicone: tavoli, sedie, tende, bicchieri che evocano le murrine di Venezia.  Questi bicchieri sono stati utilizzati dalla Principessa Mary di Danimarca lo scorso anno alla Ro Dinner.

Questo per dire: mai fermarsi davanti a un problema. To Design può  salvare il mondo sia da un punto di vista etico sia estetico.  

Rossana Orlandi 2 Rossana Orlandi 2


Quali sono i consigli o le indicazioni che ti senti di suggerire ai progettisti, agli architetti e a chi opera nel mondo del Design. E quali parole chiave ti senti di lanciare da questa tribuna rivolta agli architetti ? 

Lavorare con il cuore, lavorare con la passione. Due alleati che spostano le montagne.  
Progettare significa pensare, analizzare, verificare, ma anche amare, appassionarsi, curare.  
Pensare al progetto "non come ora e adesso", ma per domani e per sempre. Osare, guardare oltre, non aver paura.
Tra i grandi cito chi non c'è più per appartenenza biologica e affetto: Zaha Hadid. Realizzava ciò che piaceva a lei con un tale entusiasmo che ha fatto amare agli altri i suoi lavori.
Lavori di design o architettura sono pregni della sua firma: li guardi e, anche se non sei un professionista del settore ne percepisci l'autore.
Aggiungerei un consiglio per architetti e designer: lasciare sempre un qualcosa che sia il nostro segno senza prevaricare ma per condividerlo. Come il cuore quando si ama. Non mettersi sopra agli altri, guardando quindi dall'alto in basso ma mettersi davanti agli altri per essere guida, per mostrare una via, guardandosi intorno a 360 gradi.  

La tua attività oltre alla ricerca ha finalità educative?

Su questo sono molto "antica": mi rifaccio alla Grecia Antica e ai suoi Maestri, a loro mi ispiro non tanto perché lo sono.
Come tutto è Design, tutto è Educazione. Ogni gesto che noi facciamo, nel bene o nel male, dà origine a Educazione. Dove per me Educazione non è un costringere a fare ma un rendere la vita migliore per tutti.  

Ogni edizione del RoGUILTLESSPLASTIC ha una finalità educativa con un suo key-thought e un suo payoff che, anno dopo anno, hanno segnato il percorso e tracciato l'evoluzione del Progetto, sia tramite le master exhibtion sia con il Ro Plastic Prize.

Ogni parola ci ha dato lo sprone per capire meglio, per divulgare, per educare:  
2019 SUSTAINABILITY, la capacità di fare Design in modo sostenibile e quindi uno sprone allo studio, all'approfondimento dei materiali e delle loro applicazioni.
2020 RESPONSIBILITY, la capacità di fare Design in modo da assumersi la responsabilità di ciò che sono i progetti presentati, pensati, scegliendo di essere il più sostenibili possibili, rispettosi e premurosi delle esigenze del Pianeta.  
2021 EMOTIONABILITY, la capacità di fare Design per emozionare, dando origine a un coinvolgimento globale che toccando il cuore delle persone, faccia far loro scelte ponderate, pensate per sostenere sempre più la sostenibilità.
2022 RECIPROCIBILITY, la capacità di fare Design per dare l'esempio. Gesto che implica un'assunzione di responsabilità. Essere guardati ci pone nell'atteggiamento di dare il meglio di noi stessi.

La Galleria Rossana Orlandi cosa sta organizzando per la Milano Design Week ?

Ogni anno durante la Milano Design Week si mette in scena un vero e proprio tabellone con eventi, artisti, designer, ospiti, talk. È un momento entusiasmante, coinvolgente ed energetico.
Il Ro District, come ormai viene chiamata sempre più la zona intorno alla Galleria Ro, si svilupperà in due luoghi, uno presso la Galleria e l'altro presso Palazzo Bandello. 

Presso la Galleria verranno esposti i lavori dei designer del RoCOLLECTIBLE,  artisti che arrivano da tutto il mondo. Si presentano, si autopromuovono, li cerco, li scovo.
Attraverso i social network avviene un contatto diretto, immediato che facilità le relazioni.

Vengono presentati pezzi da collezionare, pezzi rari, unici, pezzi fatti a mano attraverso una stretta convivenza tra Alto Artigianato e Design.
Un pezzo di design spesso ha bisogno delle mani del suo autore, anzi nasce proprio da queste. I clienti, i collezionisti, gli amanti del Design sono alla ricerca di pezzi iconici, ma unici. Io ho la fortuna che i miei designer spesso mi dedicano edizioni speciali in esclusiva. 

A Palazzo Bandello invece avverrà l'exhibition dei Finalisti del Ro Plastic Prize 2022 con l'emozionante annuncio dei tre vincitori, uno per categoria, a cui - ci teniamo ricordarlo  - è riservato un premio di 10.000 euro ciascuno.
Presso i due luoghi presenteremo i nuovi progetti che, per scaramanzia, desidero non rivelare, ma che sono certa toccheranno il cuore di molti e, uno in particolare, dei Milanesi, cittadini di una città che ha dato tanto a tanti e ora ha il pieno diritto di ricevere.

 

Ritratto Rossana Orlandi
Ritratto Rossana Orlandi
Alessandro Ciffo Umbra 1
Alessandro Ciffo Umbra 1
Alessandro Ciffo Umbra 2
Alessandro Ciffo Umbra 2