Come mai Connubia ha deciso di proporre un prodotto dove, oltre al design e al comfort, il tema della sostenibilità è al centro di un vostro progetto? 

Calligaris Group & Connubia si sono impegnate a fare la differenza sul tema della sostenibilità.  

Lo scorso anno è stato avviato il programma Greenbow che vuole strutturare e organizzare le attività aziendali dedicate a questo tema agendo su due fronti: quello del Prodotto, creando arredi green, composti da materiali naturali e riciclati e pensando alla circolarità, e quello del sistema Azienda, per un approccio sostenibile allo sviluppo, alla produzione e alla distribuzione dei prodotti. 

Citazione ns programma Greenbow: 

“Non vi promettiamo subito il 100% green in ogni cosa, ma di sicuro il 100% di impegno e trasparenza per dare il nostro contributo ad un futuro sostenibile”. 

Cosa vi ha mosso e che tipo di valutazioni avete fatto per arrivare a questo? 

Il design ha nuove responsabilità nel mondo sempre più complesso che stiamo vivendo e la sostenibilità dei progetti attraverso la ricerca sui materiali assume un ruolo fondamentale nella progettazione. 

Greenbow, la nostra agenda sostenibile, rappresenta il nostro programma ed un impegno di lungo periodo per sviluppare, produrre e distribuire prodotti ecosostenibili integrandoli ad un sistema aziendale che miri a ridurre l’impatto ambientale che tutti abbiamo sul pianeta dando così il nostro contributo alla agenda 2030 dell’ONU.

Da quanto avete messo in atto l'idea di sposare la sostenibilità e di realizzare un prodotto coerente? 

Il brand Connubia nato nel 2020 ha subito sposato il tema della sostenibilità e dell’impegno ambientale. Attualmente in gamma abbiamo oltre 60 modelli “I am green”, che rispecchiamo i nostri standard ambientali che ci siamo prefissati.  

Sono ormai temi obbligatori che richiediamo ai designer per poter proporre un progetto, un’idea, un prodotto.  

Ci puoi raccontare la storia del prodotto? 

Il progetto è nato dall’idea di realizzare una poltrona imbottita dove ogni materiale impiegato, dal rivestimento, alla struttura interna, al packaging, sia frutto di materiali da riciclo post consumo. 

Da questa idea è iniziata una lunga ricerca di materiali che garantissero una filiera industriale certificata mantenendo uno standard di prezzo “entry premium” per il consumatore finale. 

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Qual è il prodotto, chi è il designer? 

La poltrona “Reef”, disegnata da Michele Menescardi, segna una nuova consapevolezza progettuale che ha visto azienda e designer collaborare fianco a fianco per trovare soluzioni innovative capaci di dare vita a una produzione sostenibile e responsabile.  

Le sue linee disegnano un prodotto senza tempo, ma estremamente contemporaneo, dove ogni elemento è stato studiato in un’ottica ecosostenibile e circolare, perfetta espressione della filosofia “Greenbow” di Connubia. 

Come è stato impostato il progetto e in seguito la ricerca dei materiali e dei fornitori? 

Inizialmente, come ogni progetto, siamo partiti con la realizzazione di un prototipo al vero composto da materiali vergini non sostenibili. Una volta approvato per comfort, funzionalità ed estetica ci siamo impegnati nel sostituire ogni singolo componente con diversi materiali riciclati post consumo certificati scegliendo quelli che maggiormente rispecchiavano gli standard prefissati.

La ricerca è stata semplice, in qualche modo agevolata da una opinione pubblica che dalla condivisione di messaggi e di parole chiave sempre più diffuse o  il fare la ricerca è stata complessa? 

Purtroppo, la ricerca di nuovi materiali provenienti da riciclo è sempre difficoltosa per diverse motivazioni. In primis è trovare dei produttori che possano garantire uniformità, quantità e qualità del materiale per un utilizzo industriale. Molti sono delle piccole Startup che non riescono a garantire i grandi numeri richiesti dall’industria. Un'altra difficoltà è reperire materiali che garantiscano un’estetica pari al “nuovo”, il consumatore non è ancora pronto ad accettare piccoli difetti o non uniformità estetiche dovute al materiale da riciclo. Per ultimo, ma non meno importante, è il fattore costo dei materiali riciclati o sostenibili, che solitamente si discosta molto dai valori dei prodotti realizzati in maniera tradizionale.

Ci puoi raccontare qual è stato il processo di messa a punto dei materiali, la selezione  sia per il rivestimento che per gli interni, per la scocca e per le  altre parti? 

La ricerca dei materiali è stata certamente una sfida impegnativa ma altrettanto impegnativo è stato testare i materiali affinché superassero gli standard qualitativi del mondo arredo. 

La struttura interna è costituita da legnami provenienti da foreste certificate FSC mentre le imbottiture derivano da poliuretani riciclati da materassi dismessi e dal riciclo di contenitori post-consumo di poliestere. Ma l’innovazione sta anche e soprattutto nel tessuto con il quale la “Reef” è rivestita. Creato interamente con plastica riciclata post-consumo, dai detriti plastici che galleggiano nei nostri mari e dalle bottiglie in plastica destinate alla discarica, questo particolare rivestimento è stato realizzato insieme ad una community che combatte l’inquinamento marino ripulendolo dalla plastica.  

Per ogni “Reef” prodotta, infatti, vengono utilizzate oltre 100 bottiglie di plastica recuperata dal mare, contribuendo concretamente alla missione di pulizia della terra e degli oceani. Anche nella realizzazione del packaging è stata data priorità alla sostenibilità utilizzando esclusivamente cartone riciclato con stampa a basso impatto ambientale.

Siete soddisfatti del lavoro svolto e del risultato?  

Siamo molto soddisfatti del risultato raggiunto sia in termini estetici che di sostenibilità. “Reef” è una piccola goccia nella missione di pulire sia la terra che i suoi oceani e questo ci rende orgogliosi di aver contribuito nel farlo. 

 

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