Innanzitutto ci racconti in breve la storia dell’azienda e la tua crescita all’interno di una storia familiare?
Storia tipica italiana la nostra dove la conoscenza artigianale passa di mano in mano, da padre a figlio. Dalla fine 800 sino a oggi si intrecciano vicende familiari, racconti divenuti romanzati quasi memorabili, con sempre al centro la passione e la dedizione per il lavoro.
Da queste vicende famigliari nasce nel 1961 Jannelli&Volpi ed è qui che si intreccia il pragmatismo milanese della famiglia di mia madre Emilia all’inventiva ed estro napoletano di Oreste, mio padre. Gran bella miscela.
Dal 1977 (anno spartiacque) entrano in gioco, con tempi diversi: Lidia e Mauro, più avanti Paola, meglio conosciuti come i fratelli PaLiMa.
E ora siamo circondati da numerosi figli e nipoti… meglio di così.
Oggi che ruolo hai in azienda e come ami definirti?
Una creativa, una visionaria, un ”tecnico“ o un esperto di carta da parati?
Mi sento un battitore libero, una che apprezza le regole ma preferisce starne fuori stuzzicata da curiosità, intuizione e immaginazione. Un ruolo che rivesto in azienda con impegno e leggerezza.
Ma senza la tenacia e la forza di Lidia, la gentilezza e la visione di Mauro il tutto sarebbe stato monco.
Oggi le risorse sono aumentate e c’è spazio per tanti.
Qual è stato il tuo punto di partenza in una azienda di famiglia e qual è stato il “guizzo” che ti ha portato a diventare quel che sei oggi?
Ho sempre disegnato, colorato, inventato storie, cantato e fatto a “muina” ma il vero guizzo che ha acceso lo spirito della mia felicità sono stati gli incontri con uomini e donne vivaci, intelligenti, spiritose e ironiche.
ll mio ingresso al 100% in azienda è stato dopo la nascita di mia figlia Teresa nel 1999. Durante gli studi universitari infatti ho iniziato a lavorare per conto mio in uno studio facendo un po’ di tutto: dalla grafica all’arredamento e portavo il mio contributo in azienda da fuori come libero professionista, definizione che ancora oggi mi identifica. Mi sembrava un buon modo per digerire meglio la carta che mi avvolgeva. Si è rivelata una buona scelta. Guardare il fuori e portarlo dentro.
Visione e progetto oggi.
Portare il decoro dove c’è spazio… anche nello spazio!
Come ti immagini l’evoluzione del vostro settore nei prossimi anni?
C’è sempre un abitare da realizzare, oggi con la tecnologia e con la sostenibilità abbiamo molto da fare.
Oggi e ieri. Esiste o è esistito uno stile Jannelli&Volpi?
Credo esista un metodo JV: quella miscela di pragmatismo e immaginazione con la quale siamo cresciuti.
Casa, colore e carta da parati. So che hai una forte passione per il colore … Mi ricordo che quando ebbi occasione di fotografare la tua casa ero rimasta colpita dall’uso intenso e diffuso della carta colorata.
Ogni spazio aveva una carta specifica, una cromia, una texture diversi.
La casa mi era sembrata magica e gli spazi giocosi e ironici.
Qual era stato il tuo approccio e quali erano stati gli ingredienti usati?
Casa mia casa per piccina che tu sia: è il luogo dove si deve star bene. Vale per tutti.
Se riesci a realizzarla in modo che ti assomigli e non ti rappresenti (nel senso del voler apparire) non sarà mai anonima. Diventa tua.
Ed è vero: a casa mia c’è tanto colore e decoro ma con regole. Ma parlarne è un po’ come autopromuoversi per cui vi invito! La mia casa è sempre piena di amici.
Materiali e progetto
Cosa J&V fa per andare incontro ai progettisti e far loro scoprire l’evoluzione del settore, la ricerca e le infinite proposte che voi avete?
Sapersi raccontare e promuovere il proprio prodotto è fondamentale. Le iniziative quindi sono tante: la più recente è stato creare uno spazio reale dedicato al progetto il JVstudio. Uno spazio che risolve le esigenze progettuali di architetti, designer e realtà che si muovono anche nel settore contract, supportando con personale dedicato progetti di ampio respiro, consulenze tecniche personalizzate, sostegno alla ideazione e applicazione dei rivestimenti murali. Ci piacerebbe esportalo in altri paese grazie ai nostri clienti.
Un’altra realizzazione importante in termini di digital marketing è il JV TradeNet: una soluzione digitale all’avanguardia e unica nel suo settore, mirata a comunicare efficacemente con tutto il suo sistema, accorciando tempi e distanze con i propri partners. Pensato e dedicato esclusivamente ai dealers e a tutti i punti vendita alla ricerca di una miglior efficienza e comunicazione, il JV TradeNet non è solamente una Intranet o una digitalizzazione del catalogo di tutti i prodotti, ma è un vero e proprio strumento di lavoro B to B. Nell’epoca del negozio digitale, una soluzione che mira a garantire un immediato accesso a informazioni e servizi estremamente importanti per il lavoro quotidiano del punto vendita (disponibilità di magazzino, richiesta campione, svolgere comunicazione ad hoc, marketing e gestione dei propri ordini).
Come coinvolgere i progettisti e gli architetti e sensibilizzarli perché possano apprezzare l’aspetto materico della carta da parati, la superficie, le texture oltre ai disegni e ai colori?
Oggi tutti i nostri articoli sono disponibili su richiesta in campioni che vengono spediti direttamente al progettista e questo in tutto il mondo.
Che rapporto avete con il progettista, con l’architetto e che tipo di assistenza potete volete fornirgli?
Molti sono i progetti tailor made che necessitano di una linea diretta con il progettista. Contiamo molto sulla fidelizzazione data dal non deludere le aspettative e la nostra forza sta nell’ essere versatili, sia in termini di prodotto che di assistenza.
Come ti spieghi il fatto che oggi le aziende di ceramica che realizzano grés porcellanato da rivestimento e da pavimento, realizzano prodotti che si richiamano alla wallpaper ?
La tecnologia digitale di stampa ha trovato la sua prima applicazione proprio su supporti base carta. Da qui la realizzazione di stampe di grandi formati ottenute con tecnica continua di teli affiancati. La forza ed efficacia comunicativa di wallpaper ha aperto la strada a questa nuova forma non vincolata di espressione arredativa. Inoltre anche la terminologia digitale che vuole definire il termine wallpaper come fondo per gli schermi ha favorito la circolarità di questo vocabolo di uso comune in ogni lingua.
C’è per caso qualche strana ragione per cui tutto ciò avviene nel 2022?
I fatti storici si preparano come le torte: quando sono al punto giusto sono pronte da gustare.
Un mix di tecnologia, tempismo e fatalità. Ciò che importa è non fermare la ricerca ed essere camaleontici.
Qual è un personaggio, uno scenografo, un regista, un creativo che ti ha colpito per la sue scene teatrali e per la capacità di far vivere un luogo, un paesaggio, un ambiente attraverso mondo immaginari …nel mondo del teatro, del cinema, del design, dell’architettura?
Ho amato molto i Topotek uno studio di architettura berlinese che ha dedicato parte del suo lavoro al recupero degli spazi degradati urbani utilizzando la forza del decoro e della grafica. Con loro abbiamo rivestito la Pesa di porta Genova, anni fa.
Un ricordo delicato e potente lo dedico a Gabriele De Vecchi che ha costruito un’opera dell’arte cinetica del Gruppo T nel nostro spazio: Grande oggetto pneumatico - Ambiente a volume variabile.
Lavorare vicino a lui era come sentire ancora le vibrazioni creative di uno spirito sperimentale d’altri tempi.
Sono molti poi i designer che ho incontrato e che sono diventati inevitabilmente amici e compagni di gioco.
Ho collaborato con scuole e tanti studenti quindi e con loro è sempre molto bello scambiare esperienza e immaginazione.
Anche l’ambito della lettura condivisa, a cui sto dedicando parte del mio tempo, mi sta piacendo molto, tanto da fondare un’associazione dal nome Millefogli_lab www.millefoglilab.it
Tema caldo, quello della sostenibilità, tutti ne parlano, tutti si stanno muovendo in questa direzione o cercano di farlo. J&V e la sostenibilità, cosa ci puoi raccontare?
Il tema della sostenibilità è molto serio e difficile. Questa definizione infatti porta in sè molti significati e forse andrebbe meglio definita. Essere coerenti in questo ambito è molto complesso: credo si tratti più che altro di una cultura da promuovere e sostenere perché si affini la sensibilità alla cura della qualità del vivere in ogni sua espressione. Ciò che sta avvenendo in questi giorni ha dato un chiaro segnale di fallimento in questo senso, una vera retromarcia …..
In che direzione vi state muovendo?
Il nostro nuovo sito industriale è recente (2014) ed è stato quindi progettato e costruito nella cultura del processo industriale attento ai consumi, alle materie prime certificate, alla ricerca. Esempio ne sono alcuni processi: circuito chiuso (acqua per esempio) o circolare (recupero degli scarti per generare altri prodotti).
J&V La carta è un materiale naturale derivato dagli alberi. Quale è l’origine delle vostre carte?
Utilizziamo solo carta derivante da aziende che garantiscono la ripiantumazione (Finlandia per esempio). I materiali sono tutti certificati con diversi significati. Requisiti indispensabili oggi per esportare in tutti i paesi.
Me lo sono sempre domandata ma in tutti questi anni che vi conosco non abbiamo mai approfondito.
Come nascono le collezioni Jannelli&Volpi?
Come i bambini: un attimo di felicità e 9 mesi di duro lavoro.
A parte gli scherzi la progettazione si base su moltissime considerazioni: tendenze, tecnologia, richieste, tempistiche, culture di riferimento, confronti anche con editori che producono da noi e ci stimolano a nuove sperimentazioni.
Curiosità.
Da bambina sei cresciuta nell’azienda di famiglia e immagino tu ti divertissi a giocare con gli avanzi di carte.
Mi divertivo molto nell’ appartamento costruito nello showroom degli anni 70. Tutto finto: muri, finestre, letti, cucina, libri tutto tranne le carte sui muri. Una vera messa in scena. Ci potevo andare dalle 18.00 alle 19.00 e questa finzione esaltava ogni gioco.
Oggi lo fai ancora?
Continuo a giocare in ogni cosa che faccio: coloro, cucio, taglio, cucino, pasticcio, come quella bambina un po’ viziatella che prepara la recita di fine anno, meglio se in compagnia.
Infatti credo che la cosa che mi viene bene è quella di costruire una squadra.
Da madre (la tua) alla figlia (Paola) cosa è stata trasmesso in questo passaggio di consegna?
Ti ha allevato “a carta da parati e colla”?
Mia mamma è stata un esempio di dedizione al lavoro e tenacia, di capacità di relazione e spirito di sacrificio. Donna pragmatica. Per questo rivedo le sue mani con le unghie colorate al lavoro e in cucina. Mio padre, un grande visionario amante delle grandi imprese, una fonte inesauribile di idee e di passione. L’ho amato molto e ho ammirato il suo modo di prendere la vita anche in momenti difficili, ma sento l’essenzialità dell’essere di Emilia in me. Insomma ho avuto una bella fortuna.
Grazie Paola, buon lavoro
Marta