Intervista a Stefano Gandolfi, imprenditore di Italtrike, un'azienda familiare specializzata e mezzi di trasporto e cavalcabili dedicati all'infanzia

Domanda provocatoria: plastica sì, plastica no?
Plastica assolutamente sì, ma parlerei di plastiche, tante sono ormai le diverse caratteristiche, meccaniche, estetiche e sensoriali che la plastica ha acquisito nel tempo. L'attuale storytelling utilizzato dalla "informazione" sulla "plastica che uccide la natura" è impostato malamente. L'importante, per la comunicazione di massa, è trovare un colpevole, e la plastica è il colpevole perfetto.

Italtrike certificata ISO 9001:2015, 140001:2015 e 45001:2018, ci puoi dare informazioni in merito?
Il sistema gestionale di Italtrike è certificato per quanto riguarda la qualità, l'ambiente, la salute e la sicurezza dei lavoratori da TUV SUD Italia ormai da molti anni. Questo significa che ogni passaggio del lavoro viene fatto sempre e solo seguendo le procedure aziendali che fanno appunto riferimento a questi standard internazionali.

Quali sono i programmi e gli obiettivi che Italtrike ha da qui ai prossimi anni per affrontare al meglio il tema della plastica?
L'obbiettivo primario  che Italtrike si è data nel 2020, è quello di diventare una azienda a zero emissioni entro il 2030. Questo con riferimento al progetto Europeo del Green Deal che fissa, per l'Europa, i parametri di zero emissione entro il 2050. Tutte le nostre decisioni e programmi sono e saranno prese solo facendo riferimento a questo obbiettivo. La prima è stata quella di commissionare ad un istituto universitario il calcolo di Co2e emessa dal sistema Italtrike nel 2020. Abbiamo dei numeri di partenza sui quali lavorare. Non è solamente un passaggio meramente tecnico, ma, in primis, un passaggio culturale che deve coinvolgere ognuno di noi, nelle proprie scelte, nelle abitudini e nei comportamenti. In questo obiettivo generale, la plastica e l'utilizzo della plastica hanno un ruolo molto importante.

Che importanza ha per voi la plastica nella definizione e nella progettazione dei vostri prodotti?
Secondo te la plastica è in qualche modo sostituibile e potreste farne a meno?

La plastica è un elemento molto importante nella definizione dei nostri prodotti. A partire dalla progettazione, occorre sfruttare le sue caratteristiche in maniera più efficace. I processi di lavorazione delle plastiche sono meno impattanti e richiedono meno ore di lavoro ad esempio per quanto riguarda la lavorazione del tubo metallico. La plastica usata per imballare le merci  può essere sostituita da altri materiali. Nel 2020 abbiamo lanciato "Italtrike Bravo Box". Ci eravamo accorti che acquistavamo oltre 4,0tn/ anno di plastica di vari tipi per imballare i nostri prodotti. Oggi oltre il 95% dei nostri prodotti è confezionato con bravo box , imballo fatto al 100% di fibra di carta riciclata e riciclabile. Anche il tape-nastro adesivo (scotch) per chiudere le scatole, è realizzato in carta telata con parte adesiva in colla ad acqua.

Mini Eolo GINETTA-YELLOW Mini Eolo GINETTA-YELLOW


Un tempo la plastica era stata  adottata nel settore  del giocattolo perché considerata in qualche modo 'indistruttibile', e resistente e quindi idonea per l'uso da parte dei bambini. 
Oggi perché di fatto l'uso della plastica è ancora così diffuso?

Perché è un materiale facile da usare. Siamo circondati da oggetti in plastica...

Italtrike e la plastica Mepol, ci racconti bene di cosa si tratta ?
Mepol è una plastica di secondo uso industriale controllata e certificata. I giocattoli devono essere conformi alla normativa di sicurezza EN71.3 parte chimica, che prevede l'utilizzo di materiali esenti da sostanze pericolose per la salute. Mepol ha questa caratteristica. Stiamo sperimentando altri materiali, altre plastiche, ad esempio una plastica tutta di origine vegetale, che si ottiene dallo scarto della lavorazione della carta, la limina; o anche una plastica che ha contenuti diversi di origine vegetale, quali sughero, bambù. La ricerca e la sperimentazione è a volte difficile, anche perché queste nuove plastiche sono in genere più costose e presentano difficoltà nella lavorazione.

Avresti un'esperienza o un progetto da citare che ti ha fatto aprire gli occhi sul tema?
È un progetto ancora in essere, che spero partirà quest' anno. Grazie al mio carissimo amico Proff. Luca Fois del Politecnico di Milano, lo scorso settembre  sono stato invitato a partecipare ad un iniziativa promossa dalla Fondazione Stretto di Messina. È un progetto tecnologico, ma anche culturale e sociale, che intende utilizzare lo scarto della produzione della birra come componente base per generare una plastica di natura vegetale. Si parte da un birrificio che viene chiuso per mancato ordine e produzione. La fondazione aiuta i lavoratori disoccupati a ripartire, fa intervenire l'università di Messina che trova il modo per sfruttare lo scarto proveniente dalla produzione della birra, ed infine il Proff. Luca Fois invita alcune aziende di giocattoli disponibili  a testare, provare, utilizzare e anche a inventarsi dei nuovi giocattoli che saranno poi prodotti, in loco, con questa nuova plastica. Fantastico! Da un fallimento aziendale, con l'aiuto e la collaborazione di tanti volenterosi, si vuole ridare lavoro, riutilizzare uno scarto, dare avvio a nuove iniziative imprenditoriali locali. Questo dimostra, quanti spazi di miglioramento abbiamo davanti a noi. La plastica resta un materiale importante sul quale lavorare per sviluppare nuove soluzioni.

Qual è il consiglio che daresti a un progettista, a un architetto e a un designer, per evitare di fare errori nella scelta dei materiali? Per progettare e  produrre oggetti e complementi?
Quali sono stati gli  errori fatti  nel passato  prossimo, che vanno analizzati per comprendere meglio le strade da  seguire oggi e nel futuro?

Si deve partire dalla progettazione. Una volta, soprattutto nel mondo dei giocattoli, il prodotto doveva costare poco. Punto. Oggi i valori aggiunti al prodotto sono altri, sicurezza, design, funzionalità, durata e sostenibilità. Bisogna partire da subito con le idee chiare e con il piede giusto. Il prodotto deve avere la caratteristica, a fine ciclo vita , di essere, disassemblato nei diversi materiali che lo compongono. Questi potranno, così, venire reintrodotti in quello che si chiama economia circolare, ma che sarebbe bene chiamare anche economia Culturale. Deve cambiare la cultura del consumatore che deve basare la sua scelta d'acquisto su altre caratteristiche valoriali del prodotto, tra le quali la durata, la possibilità di avere pezzi di ricambio, di far vivere  nuovamente, a fine vita, i materiali in un nuovo ciclo produttivo.

Italtrike segue questi principi e tutti i nostri nuovi prodotti sono progettati su queste basi. Entro il 2022 vogliamo che i nostri prodotti abbiano un'etichetta che indichi la Carbon foot print, ossia il valore dell' impronta di Co2 che essi lasciano sul terreno. La sostenibilità è il cambiamento culturale più importante che dovremo affrontare. Essa è in grande contrasto con la politica dei consumi e della crescita economica. I consumi dovranno cambiare e diventare consumi intelligenti. È finito il tempo dell'oggetto "usa e getta". Come dice il premio Nobel Giorgio Parisi, non è il pianeta ad essere a rischio, ma siamo noi uomini ad esserlo! Quindi dobbiamo tutti, ognuno per la propria parte, agire in modo che le emissioni e lo sfruttamento delle risorse, che non sono infinite, siano gestite in maniera diversa.

 

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