Si dice da tempo che le città si sono trasformate, si stanno trasformando o si trasformeranno. Da sempre le città sono entità in movimento e a loro modo vive, in continua evoluzione o involuzione, in via di sviluppo o in crisi, in crescita o nella fase di decrescita. La globalizzazione ci permette di affermare che non esiste un modello unico ma innumerevoli modelli di città, legati al territorio, all’economia, alla cultura, alla storia e soprattutto alle diverse forme di mobilità, fisica e sociale, dove migliaia di persone si sono aggregate nel tempo alla ricerca di migliori condizioni di vita, di abitazione, di coesistenza e di lavoro, cioè in altre parole, della città.

Luoghi urbani diversi tra loro per dimensione, posizione geografica, storia e cultura sono oggi caratterizzati da una mobilità e da spostamenti diffusi e da comportamenti diversi degli abitanti e dei visitatori esterni. La popolazione mondiale si sta sempre più concentrando nelle grandi città a conferma che l’umanità volente o nolente preferisca “stare insieme”, da qui nasce l’esigenza di strutturare nuovi spazi e la conseguente rilettura di zone e o di edifici e architetture da recuperare, valorizzare, integrare “con” il nuovo e “tra” l’esistente per migliorare le proposte e i servizi rivolti agli cittadini.

È sempre più condiviso il bisogno di vivere la città attraverso luoghi riconoscibili e usufruibili per tutti, per i singoli e per le comunità. Oggi il progettista è chiamato a caratterizzare e a personalizzare gli spazi urbani, i quartieri e le relative architetture attraverso il progetto, fino ad arrivare a definire l’interior e l’outdoor, sempre più connessi tra loro, dove i servizi, la loro natura, il modo di erogazione e la loro comunicazione svolgono la parte principale in stretto contatto con l’abitante e con le comunità. L’urbanistica classica deve oggi confrontarsi con una serie di discipline specifiche non solo dell’architettura e del design ma anche del campo umanistico, dalla sociologia alla filosofia. Ne consegue che l’approccio di “design di progetto” è oggi incentrato sulla persona e sulle comunità. Tutto questo impegna ancor di più il progettista architetto a partire dalla conoscenza e dalla individuazione degli utenti a cui ci si rivolge, del loro status, dei loro valori, del loro livello culturale - in definitiva dei loro comportamenti di vita - a cui proporre soluzioni qualificate, comprensibili e accettabili dagli interessati.

Dalle città sviluppate intorno ai centri storici, simboli di potere e delle economie, le aree urbane si stanno modificando in funzione della qualità di vita degli abitanti, dove gli stili di vita e le relazioni sociali sono connesse in modo sempre più fluido e su scale diverse. In questa direzione si sono modificati i criteri che stanno alla base della scelta di una abitazione, dai tradizionali valori “quantitativi” di un progetto - tagli degli alloggi e metri quadri - oggi si sono aggiunte una rete di valori legati alla qualità dell’abitare e del vivere, della casa e degli spazi ad essa connessi quali il benessere e la sicurezza nel quartiere, dei luoghi e degli ambiti, la disponibilità di spazi comuni indoor e outdoor da condividere e gestire all’interno delle nuove comunità e di quartieri.

La vivibilità urbana passa oggi attraverso la piacevolezza dei luoghi, l’accoglienza, la facilità di accesso e l’inclusività degli spazi pubblici, e contribuisce a creare coesione sociale come anche la presenza e l’integrazione del verde pubblico nel contesto urbano, tutto ciò crea e consolida una identità e una riconoscibilità dei luoghi. Tutto ciò sta lentamente costruendo una nuova mentalità dei cittadini e l’affermarsi di un senso civico e di condivisione di soluzioni e di comportamenti, come ad esempio nel caso dei progetti sperimentali di housing sociale presenti in Italia e nel mondo, le nuove piazze, i luoghi di incontro e di aggregazione, in relazione al territorio, alle tradizioni e alle culture delle persone, ai nuovi standard di vita. In concreto quando si parla della “città dei 15 minuti,” che prevede brevi tragitti per raggiungere servizi o luoghi attrezzati per rendere la città più accessibile, si parla di un nuovo modello per rilanciare le dinamiche di relazione tra le varie componenti sociali all’interno dei nuovi insediamenti migliorando la gestione della propria vita quotidiana e favorendo le relazioni di buon vicinato. Oltre a offrire una maggior concentrazione di servizi in aree circoscritte e la facilità di accesso da parte di tutti i soggetti, una delle conseguenze è il graduale aumento di casi di rinuncia dell’uso dell’automobile, fattore utile e importante diminuire l’inquinamento atmosferico e di conseguenza ad aumentare il benessere di tutti. Un modello orientato verso la sostenibilità con il grande obiettivo di ridurre il traffico automobilistico privato. La proposta nata dal sindaco di Parigi Anne Hidalgo nel 2020 che ha introdotto il modello della città a 15 minuti per accedere a luoghi e servizi a distanza ravvicinata e agevolare la vita della popolazione, è stata adottata in molte altre città e centri urbani.

In Italia e all’estero aree e luoghi urbani dismessi e degradati, spazi residuali e dimenticati, edifici denominati come archeologia industriale, sono diventati oggetto di attenzione e di progetto in un’ottica di recupero, di rilancio e di trasformazione effettiva, per nuove soluzioni ad uso pubblico all’interno delle città e nelle periferie . Ex fabbriche, officine e laboratori, edifici storici, aree parcheggio, ”luoghi non luoghi”, cambiano la loro destinazione d’uso a vantaggio delle comunità urbane formate da giovani, bambini, anziani, persone di diverse tipologie e caratteristiche sociali e culturali.

Nuovi concept sono alla base di progetti di studio per dare identità e contemporaneità alle città creando ambiti funzionali e gradevoli integrati al contesto, tra itinerari e percorsi emozionali, tra soluzioni di arredo e nuove attrezzature, tra spazi articolati e presenze botaniche in un continuum outdoor, perché le persone possano usufruire di ambiti per tutti e in tutte le stagioni.
 

11. Copenhagen , il parco Superkilen, una struttura gioco 11. Copenhagen , il parco Superkilen, una struttura gioco


Per concludere in generale i progetti per riqualificare le città e migliorarne la vivibilità si basano su una strategia impostata sulle persone a cui offrire luoghi aperti a tutti dove la presenza del verde e il tema dell’ambiente sono strettamente legati alla tutela della salute per confermare il valore sociale della città attraverso un impatto positivo e ‘ammorbidito’ del paesaggio urbano. Il ruolo dell’architetto e del paesaggista è quello di studiare la connessione tra la “natura’ e città” per fornire una percezione visiva positiva e ingaggiante, ambientale e psicologica, che ha lo scopo di riequilibrare il rapporto tra città edificata e luoghi pubblici aperti, tra interno privato ed esterno ad uso pubblico, per il benessere di comunità eterogenee, integrandosi a modelli di città ecologiche sempre più sostenibili.

Qui di seguito riportiamo alcuni esempi emblematici dell’approccio di re-design di nuove parti delle città. 8-11.Nella periferia di Copenhagen (Danimarca) “Superkilen Park“, il progetto impostato sul recupero di un’area prevede soluzioni per gli abitanti per sperimentare nuovi modelli di aggregazione urbana attraverso spazi flessibili e favorire lo scambio di relazioni tra le persone. Realizzato dallo Studio di Architettura Bjrke RKE Ingles Group insieme al gruppo artistico Superflex e ai Landscaper Topotek 1.

3. Ad Amburgo (Germania), il quartiere di HafenCity sintetizza la logica del quartiere autosufficiente, l’intervento ha riqualificato la zona dell’ex porto spostando l’asse centrale della città alla zona intorno al fiume Elba e ai suoi canali e connesso di fatto quartieri tra loro distanti fungendo così da ‘legante’ urbano, Un intervento integrato al cui interno si trova l’importante architettura firmata dallo studio Herzog & de Meuron, la Elbphilarmonie.

5. A Breda (Olanda) un progetto di Urban Art ”Orbital”, un intervento di riqualificazione di un’area su idea del duo italiano Gummy Gue. Un intervento artistico per ridisegnare un playground, un campo da basket e uno spazio per gli skate board attraverso un l’interpretazione grafica e pittorica della pavimentazione. Curato con la Blind Walls Gallery in collaborazione con la municipalità delle città dei Paesi Bassi.

Esempi di vivibilità urbana e luoghi per la socialità ottenuti grazie a interventi basati su grafica e colore. 10. A Quarto Oggiaro (MI) la designer Serena Confalonieri reinterpreta e dà nuova identità a un luogo recuperando la pavimentazione di un ex parcheggio; un intervento decorativo che porta alla trasformazione di un’area anonima in piazza pedonale da vivere, attraverso un linguaggio grafico e giocoso. Il progetto “Quadra” rientra nell’attività del Comune di Milano “Piazze Aperte “nel quale, tra altri interventi in corso, rientra la sistemazione del giardino di Piazza Archinto.
 

Quartoggiaro

10. Quarto Oggiaro (MI) intervento di Serena Confalonieri per il progetto "Piazze Aperte"

6. Renzo Piano e “Bovisa Goccia” a Milano, un progetto per rivitalizzare le periferie e la riconnessione di parti di città in un ex quartiere operaio, un’idea di “città quartiere”, un modello di “città dei 15 minuti”. Dal recupero di un’ampia superficie di terreno verde esistente, di due gasometri, della sede del Politecnico, della fermata ferroviaria per strutturare una zona non solo universitaria, che integrasse nell’area verde del parco servizi aperti ai cittadini con la previsione di nuove strutture universitarie, di nuovi edifici e un campus per gli studenti.

2-9. Il Parco ”8 marzo” a Milano, a Porta Vittoria, un progetto che contribuisce alla rinascita del quartiere e che rappresenta un modello positivo di attenzione al verde pubblico e ai diritti femminili. Un’area dedicata alle donne, alla “lentezza e alla tranquillità” attraverso itinerari sensoriali per osservare il ciclo della natura anche in città. Il parco inaugurato nel 2023 è stato progettato da Laura Gatti, progettista, landscaper e agronoma.

4. Cascina Cotica, un esempio di recupero rurale nella periferia di Milano, a Lampugnano, a cura di Delta Ecopolis. Il progetto ha l’obiettivo di valorizzare e trasformare una struttura da uso agricolo a luogo urbano aperto alla sperimentazione sociale e culturale.

7. Per ultimo non possiamo non citare il progetto “Aria” riferito all’area dell’ex macello di Milano, un importante intervento di housing sociale, la sede del nuovo Campus dello Ied , Istituto Europeo di design, progetti e iniziative culturali, servizi per il quartiere e per l’intera città.

#città #ediliziaurbana #verdecittadino #syncronia #syncropedia #architecturevictims

2. Milano, il Parco 8 Marzo
2. Milano, il Parco 8 Marzo
3. Amburgo, HafenCity, gli spazi attrezzati
3. Amburgo, HafenCity, gli spazi attrezzati
4. Milano, Cascina Cotica, esempio di recupero di una struttura rurale
4. Milano, Cascina Cotica, esempio di recupero di una struttura rurale
5. Breda, Il playground Orbital
5. Breda, Il playground Orbital
6. Milano, ll progetto Bovisa Goccia, uno schizzo di Renzo Piano
6. Milano, ll progetto Bovisa Goccia, uno schizzo di Renzo Piano
7. Milano, l’area dell'ex Macello interessata dal nuovo progetto Aria
7. Milano, l’area dell'ex Macello interessata dal nuovo progetto Aria
8. Copenhagen, il parco Superkilen
8. Copenhagen, il parco Superkilen
9. Milano, il Parco 8 Marzo
9. Milano, il Parco 8 Marzo