Centro Polifunzionale a Fiesse

Centro Polifunzionale a Fiesse
Il progetto per il nuovo centro polifunzionale di Fiesse interpreta il complesso programma funzionale richiesto attraverso il disegno di un unico corpo di fabbrica che articola le diverse funzioni lungo una promenade pedonale che collega Via Zanardelli (fronte di ingresso principale) a Via Domeneghini. Lo schema della nuova circolazione carrabile, a sua volta, collega queste due strade lungo un nuovo asse nord-sud oltre a fornire un accesso anche da Via Monte San Michele dove viene prevista la realizzazione di posti auto a raso. L’obiettivo del progetto è quello di dotare la città di una nuova disponibilità di spazio pubblico che trova il suo centro nella piazza del comune, immaginata come cuore pulsante del nuovo intervento e polarità funzionale distributiva dell’edificio. In posizione baricentrica tra Via Zanardelli e Via Domeneghini, la piazza sarà animata dal flusso delle persone quotidianamente attratte dalle attività dell’edificio e si offrirà come un importante spazio sia disponibile alla comunità per tutta una serie di eventi possibili, sia altamente rappresentativo della nuova immagine dell’Istituzione pubblica promotrice di una importante operazione di rinnovamento urbano. Puntare sulla definizione di nuovi spazi pubblici assume, per noi, particolare importanza a partire dalla considerazione che l’Italia, il paese delle “cento città”, è un’irripetibile concentrazione di nuclei urbani più o meno piccoli e forti identità locali, un repertorio di immagini lontano da un’idea di città contemporanea globale che appartiene a esperienze segnate da distanza geografica e culturale. Viceversa le costruzioni che nell’espansione recente delle città danno forma a quel nuovo tessuto urbanizzato in cui la periferia esonda a saldare i paesi italiani, appaiono espressione tangibile di una condizione culturale povera. Non si tratta solo dell’assenza di disegno urbano, inevitabile conseguenza delle trasformazioni di un territorio sfuggito per diverse ragioni al controllo del piano, ma di una questione che coinvolge la capacità di una disciplina di condividere, con la gente e con l’immaginario comune, stili, linguaggi, comunicazione. Il racconto più efficace del nuovo paesaggio urbano nelle strade che percorriamo è quello del susseguirsi di costruzioni figlie di un sistema bipolare: da un lato piccoli edifici, prodotti del “pensiero zero”, di quella facilità tutta contemporanea di riduzione della costruzione a sola immagine veicolando e offrendo al consumo aspetti solo parziali dell’architettura, dall’altro lato il “cattivo gusto”, inclinazione realmente popolare e condivisa, che riesce a mettere in scena veri e propri brani urbani spesso non esenti dal successo di mercato. Il processo di riqualificazione per il recupero di questi luoghi esclusi dalla condizione urbana, io credo, deve ripartire dalla dimensione pubblica e collettiva: dalla strada, dagli spazi interstiziali e di confine, dagli elementi di una geografia urbana debole che tuttavia è vissuta dalla gente come prima relazione spaziale fra la casa e la città, il progetto di architettura deve e può guardare avanti orientando la sua ricerca alla definizione di un linguaggio che sappia declinare e interpretare nel presente ciò che ci è stato trasmesso dalla storia e dalla tradizione nei termini di un ritrovato rapporto con la vivibilità della natura. La metodologia di progetto proposta in questo intervento analizza e trasforma in elementi del progetto di architettura i fattori biofisici (potenzialità di integrazione verde-costruito, possibilità di raccolta e riutilizzo acque piovane, ...) e bioclimatici (condizioni di soleggiamento dell’involucro trasparente, utilizzo di fonti energetiche rinnovabili – tra tutte il fotovoltaico – controllo dei fattori termo-igrometrici con sistemi di ventilazione naturale, ...), valutandone le interazioni al fine di determinare elevati livelli di comfort degli spazi interni e fruibilità degli spazi esterni, senza trascurare la componente di aspetto, gestione e salvaguardia dell’ambiente.


Domenica, Ottobre 7, 2012 - 11:12

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