Descrizione
_RELAZIONE CON IL CONTESTO E CON LE ALTRE AREE PUBBLICHE LIMITROFE Il nucleo antico di Capriano, frazione a nord-est del comune di Briosco, si sviluppa lungo la via Giosuè Carducci con caratteri definiti e cortine edilizie davvero uniche. A differenza di quanto generalmente possiamo osservare in altri centri abitati simili, che si sviluppano con edifici in linea lungo la direttrice principale, l’agglomerato storico di Capriano presenta corti aperte con tipologia a “C” perpendicolari rispetto l’asse stradale. Se ad est Piazza Annoni, ingresso nobile alla via Carducci da via Monte Bianco, ricalca il medesimo impianto riproponendo a scala maggiore un ampio spazio rettangolare aperto con lunghe quinte sui lati e uno splendido fondale disegnato dall’omonimo palazzo; ad ovest, dal lato di via Leonardo da Vinci e di via Galileo Galilei, il termine della via Carducci non viene percepito, caratterizzato e definito in nessun modo. L’intenzione di progetto è dunque quella di creare una piazza parco capace di accogliere chi giunge dal nucleo storico terminando il percorso con uno spazio accogliente e concluso; il nuovo ambito è definito: dal fondale della “baita” degli alpini, dalle quinte rappresentate dalla nuova biblioteca, dal filare di alberi prossimo ai parcheggi. In questo modo, l’area di progetto completa con lo stesso linguaggio il tessuto preesistente conservandone i caratteri unici e atipici che lo contraddistinguono. La volontà è quella di accogliere i cittadini attraverso uno spazio urbano compiuto e progettato anche in direzione ovest, creando il giusto presupposto per dare risalto sia alla nuova biblioteca sia alla preesistente struttura delle penne nere (alto valore sociale). La ricollocazione degli spazi di sosta e l’eliminazione della recinzione potrebbero essere elementi ulteriori di progetto per migliorare la fruibilità dell’area. _ ARCHITETTURA Come anticipato nel precedente capitolo, l’edificio è stato pensato partendo dal contesto storico che definiscono Capriano e la particolare configurazione degli spazi urbani che lo caratterizzano. Per meglio essere compreso, il nuovo fabbricato va quindi valutato in relazione al nuovo disegno della piazza parco antistante e alle quinte e i fondali che vi si affacciano: questi elementi fanno parte di un programma compositivo organico e armonico. Preso singolarmente, il volume per la nuova biblioteca è un edificio molto semplice semi-ipogeo a pianta rettangolare. Nonostante lo schema planimetrico elementare, il progetto accoglie e soddisfa le complesse e numerose esigenze che un edificio di questo tipo necessita: _ la piazza parco Il bando indica tra gli obbiettivi anche la sistemazione degli spazi esterni alla biblioteca. La scelta progettuale intende: mantenere a verde gli spazi antistati, razionalizzare i parcheggi, piantumare un nuovo filare di alberi che possa ombreggiare i posti auto e mitigare il rumore e la vista del parco sulla via Leonardo da Vinci. L’arredo urbano per i nuovi spazi verdi è estremamente semplice e prevede: il percorso di ingresso alla biblioteca, tre piattaforme in legno da utilizzare come spazio di incontro, gioco o ballo (alpini), alcune panchine e piccoli alberi posizionati in corrispondenza del passo strutturale della nuova biblioteca (ogni metri 3,60). Il disegno degli spazi aperti assume così le caratteristiche di un pentagramma virtuale avente come interasse quello delle travi che caratterizzano la struttura del nuovo edificio e come note le sedute posizionate in modo solo apparentemente libero su tali linee di riferimento. _ integrazione con la ripa e con lo spazio a verde antistante Come suggerito dal bando il volume di progetto è stato inserito sfruttando l’accentuato dislivello posto ad est dell’area verde. La copertura recupera parte del terreno di scavo (approccio sostenibile) per la realizzazione di un tetto piano verde praticabile. In questo modo, la superficie permeabile e drenante non subisce alterazioni rispetto l’esistente e contemporaneamente la copertura del fabbricato diviene podio e affaccio al parco sottostante e al paesaggio. La possibilità di fare crescere alcune essenze rampicanti sulle reti metalliche (che hanno funzione di protezione e parapetto) poste sul prospetto principale concorre alla mitigazione del volume realizzato e alla valorizzazione degli elementi più caratteristici di facciata: le cuspidi in legno. La particolare soluzione architettonica si relaziona con le geometrie delle falde che contraddistinguono la copertura della “baita” degli alpini e quella delle case circostanti. In termini di proporzione e di numero, i tagli decisi degli spigoli e il ritmo che scandisce la facciata sono stati studiati in relazione agli allineamenti e alla collocazione degli edifici confinanti. Inoltre in maniera più o meno consapevole, l’immagine dell’unico fronte visibile potrebbe dare luogo da parte degli abitanti del paese ad ulteriori originali rimandi quali: libri semiaperti appoggiati di costa (biblioteca), speroni di roccia (formazioni geologiche), fortificazioni difensive (memoria storica del Barbarossa e del castello medievale). _ organizzazione e relazione degli spazi funzionali La struttura spaziale della nuova biblioteca accoglie e soddisfa le esigenze descritte nel bando ed è organizzata, composta e suddivisa in tre elementi chiaramente riconoscibili: A) una grande sala rettangolare lunga 44 metri e profonda 7 metri che accoglie: una piccola hall, la reception, lo spazio multimedia, l’area per i bimbi, la zona a scaffalatura aperta e la sala lettura; B) sei spazi di servizio e “serventi” posti nelle cuspidi che caratterizzano il fronte ovest come: i w.c. pubblici, un piccolo deposito, il back-office, la postazione server per i computer e il bagno/spogliatoio per gli addetti alla biblioteca, due locali tecnici (elettrico e clima) e, infine, un sala lettura più piccola e riservata illuminata con luce zenitale; C) un giardino interno ipogeo pensato come pozzo di luce ad est e come area relax alternativa allo spazio del parco. Ognuno di questi elementi a propria volta è contraddistinto da rapporti volumetrici e spaziali differenti e modulati dai controsoffitti ben riconoscibili in sezione. La volontà è quella di definire degli ambienti con diversa funzione variando i rapporti di altezza e di luce senza utilizzare confini e tamponamenti opachi. La scelta, oltre che avere ricadute dirette sull’economia generale dell’intervento, consente di gestire l’arredo in maniera estremamente flessibile con percorsi e flussi continui tra le diverse zone, in linea con la moderna concezione di biblioteca che oggi si va sempre più strutturando. Tutti gli accessi, i percorsi, gli arredi e i servizi sono progettati a norma disabili. Le relazioni tra le principali funzioni sono state pensate: connettendo in maniera più diretta la sala lettura, l’area a scaffale aperto e la zona multimedia; posizionando la reception prossima all’ingresso in posizione baricentrica e strategica, in modo da avere: una vista diretta e di controllo verso la stanza dei bimbi, un breve percorso per accedere ad un piccolo deposito libri per i prestiti, il back office e una vicinanza con la sezione multimedia. La collocazione del banco è funzionale all’accoglienza, all’orientamento e all’eventuale controllo (informazioni, prestiti, catalogazione, furti, assistenza tecnica…). _ flessibilità e altri utilizzi (sala civica e spazio espositivo) Particolare attenzione è stata dedicata alla possibilità di utilizzare in modo polifunzionale la sala volumetricamente più ampia. Questo spazio è stato dotato di un eventuale accesso secondario che permetterebbe di utilizzare l’ambiente senza obbligatoriamente tenere aperta l’intera biblioteca. Con un progetto di arredo adeguato, tavoli e sedie potrebbero essere utilizzati con differenti configurazioni: sala lettura, sala civica, sala conferenza, sala per corsi o seminari, spazio espositivo/mostre. _ rapporto con il parco Avendo seguito il suggerimento inserito nel bando che privilegiava la realizzazione di un edificio ipogeo e volendo mantenere una relazione forte con l’area verde, la collocazione del sedime della nuova biblioteca risulta essere molto vincolante e quasi obbligata. Tale inserimento ha il vantaggio di integrarsi molto bene con il tessuto storico e con l’ambiente naturale circostante ma ha il grande svantaggio di un’esposizione particolarmente sfavorevole -ovest – sia per il controllo dei “carichi da radiazione solare” sia (soprattutto) in relazione agli apporti di luce naturale ideali per gli spazi pubblici destinati alla lettura. Si è così deciso di limitare con finestre di dimensioni più misurate il rapporto interno-esterno tra gli spazi della biblioteca e la piazza parco; unica eccezione è rappresentata dalla parete vetrata di ingresso e dalla porta finestra dell’area bimbi che invece possono godere pienamente del prato antistante e dei giochi all’aperto. La decisione di limitare le superfici trasparenti garantisce inoltre una maggiore privacy da parte dei fruitori della nuova biblioteca che, oggettivamente, spesso necessitano di concentrazione e silenzio durante lo studio e la lettura. Stesso discorso vale anche per chi, da fuori, decide di visitare una mostra o assistere ad un evento organizzato all’interno dell’edificio: la scoperta non è immediata ma solo anticipata e si manifesta completamente soltanto varcando la soglia del fabbricato. _ luce e spazi di lettura: elementi fondamentali di progetto In una biblioteca la luce è l’elemento più importante. Il progetto si sviluppa primariamente attorno a tale concetto costruendo spazi e situazioni di luce idonei alla lettura, allo studio, all’esposizione. L’interno della biblioteca offre diverse ipotesi di luce. 1) ingresso/hall: l’ingresso, protetto all’esterno da un’ampia pensilina in aggetto, anticipa la soglia e lo spazio di accoglienza e ricevimento della biblioteca. In questo ambiente la luce è zenitale e filtrata dalle lamelle in legno del controsoffitto che prosegue senza soluzione di continuità anche lungo le pareti. Il fascio luminoso illumina la grande libreria a tutt’altezza che accoglie da subito il visitatore. Il banco reception è collocato sulla destra dell’entrata e immediatamente visibile. 2) area bambini: la zona riservata ai più piccoli si trova subito dopo la zona di accoglienza e informazione; la possibilità di una relazione visiva diretta tra tali ambienti garantisce un maggiore controllo e sicurezza. Lo spazio ha un controsoffitto ribassato, rimane più intimo e raccolto rispetto gli altri ambienti. In questa sala vi è un’unica grande portafinestra che apre sul giardino della piazza parco e consente ai bambini di potere uscire, studiare e giocare in modo indipendente ma sempre controllato. 3) multimedia: i computer sono posti su tavoli (maggiore privacy) e ripiani lineari prossimi al banco della reception (utilizzo più rapido e condiviso); la sala non è volutamente confinata nonostante lo spazio sia definito dalla particolare modularità del controsoffitto a falda inclinata. L’accesso a film, dvd o cd rom è diretta essendo gli scaffali espositivi collocati nel medesimo spazio. La luce è garantita da una grande parete vetrata posta al piano primo sopra alla zona dei w.c. pubblici. La qualità dell’illuminazione è particolarmente alta grazie allo studio di una “stanza di luce” a cielo aperto che diffonde in maniera morbida e indiretta la radiazione solare (vedi sezioni schematiche). 4) zona a scaffale aperto: tale ambiente è in continuità con i tavoli dell’area multimedia ma presenta un controsoffitto più basso e un illuminazione in gran parte artificiale più puntuale e mirata. 5) sala lettura principale: la stanza più importante della biblioteca si colloca dopo la zona precedente per garantire un percorso più diretto lettura-consultazione. In questo ambiente, delimitato da una parete interna trasparente, il rapporto con l’esterno e con la luce avviene tramite una generosa parete vetrata che apre su un giardino ipogeo “segreto”. In questo spazio è possibile concedersi un attimo di relax oppure leggere all’aria aperta. La luce entra nella sala in modo indiretto ma generoso evitando qualsiasi fenomeno di abbagliamento e assicurando le migliori condizioni per una corretta lettura. In adiacenza a questa stanza, alta 4,5 metri, si trova una piccola sala con luce zenitale alta 6 metri; questo locale è uno spazio di lettura particolarmente suggestivo che bene si presta anche per esporre sculture o pezzi particolari in caso di mostre. In generale, tutte le stanze nonostante abbiamo apporti di luce naturale diffusa mantengono sempre la vista diretta anche sul parco attraverso le finestre alte metri 2,40 e poste alla quota del pavimento. _ luce artificiale Ad integrazione degli apporti di luce naturale ci saranno delle lampade a basso consumo (LED) che possano compensare e garantire un adeguato illuminamento delle superfici destinate alla lettura e al lavoro degli addetti della biblioteca. La particolare struttura del controsoffitto bene si adatta all’integrazione di corpi illuminanti sia a incasso sia a sospensione. _ arredi Pur essendo esclusi dal calcolo economico allegato ai documenti del bando, il progetto degli arredi è fondamentale per l’organizzazione degli spazi e la consultazione non solo dei libri e delle riviste (emeroteca) ma anche dei nuovi supporti multimediali e digitali. I tavoli potranno integrare sul piano i nuovi strumenti di navigazione e lettura quali i tablet e i touch screen. Gli arredi potranno essere facilmente riconfigurati in funzione dell’utilizzo che si intende fare (vedi schemi sala lettura, sala civica…). Alcuni espositori a scaffale per la consultazione dei libri potranno essere pensati integrati nelle pareti perimetrali, come nel caso della sala lettura/civica. _ semplicità costruttiva La scelta costruttiva è molto semplice ed economica. Visto il carattere ipogeo del fabbricato, il muro contro terra a “C” e le fondazioni dovranno essere realizzati obbligatoriamente in cemento armato. La struttura portante è stata invece pensata in legno con travi e pilastri in lamellare. Le strutture secondarie e i tamponamenti possono invece essere previsti con struttura prefabbricata in legno a telaio. La strategia realizzativa qui proposta garantirebbe tempi rapidi di cantiere, disagi limitati per i cittadini, risparmi importanti e un alto grado di sostenibilità vista la possibilità di lavorare in gran parte con elementi a secco e prefabbricati. _ sostenibilità e materiali L’ampio utilizzo di materiali provenienti da fonti rinnovabili quali il vetro e il legno è stata una scelta caratterizzante del progetto. La volontà di realizzare un edificio pubblico che abbia anche e soprattutto una valenza in termini di sostenibilità è oggi argomento imprescindibile di progettazione. I materiali necessari per isolare al meglio l’edificio considerata l’inerzia termica del terreno che lo circonda sui tre lati e il pacchetto verde di copertura si riducono in termini quantitativi. I fiocchi di cellulosa sono il materiale isolante che andrebbe insufflato nelle intercapedini delle pareti in legno a telaio. Per le finiture interne, vista la linearità e semplicità delle superfici, si propone l’utilizzo dei materiali utilizzati per la costruzione di base (c.a. e legno) opportunamente finiti con trattamenti naturali (cere o olii vegetali). Le pareti contro terra e il pavimento potrebbero essere finite lasciando il cemento a vista opportunamente cerato come è solito fare per i comparti industriali. _ bioclimatica e impianti La prospettiva di partenza per quanto riguarda l’edificio dal punto di vista energetico e bioclimatico è la creazione di un fabbricato che rispetti i criteri dell’Edificio Passivo. Occorre premettere che non esiste un canone universale valido per i parametri estivi ed invernali, il protocollo che si ritiene più efficace è quello del Passivhaus Institut di Darmstadt che pone alcuni fondamentali requisiti. Senza entrare nel dettaglio per ragioni di semplicità di trattazione e sapendo che il rispetto del protocollo e l’ottenimento della Certificazione da parte dell’Istituto stesso è garanzia della qualità progettuale, i principi fondamentali a base della progettazione invernale sono: - potenza per metro quadrato di superficie inferiore ai 10 W; - energia consumata per metro quadrato di superficie inferiore a 15 kWh; - verifiche sul progetto in merito a temperature superficiali e dettagli costruttivi; - verifiche di tenuta all’aria e sui serramenti; Per quanto riguarda i parametri estivi i riferimenti sono più difficili, dato che il modello è di derivazione nordeuropea; si ritiene che si possa porre anzitutto un limite energetico di consumo inferiore ai 15 kWh/mq all’anno. Il fabbisogno globale dell’edificio complessivo dovrà, comunque, essere inferiore a 120 kWh/mq all’anno per tutti gli usi, quindi un’energia primaria compresa l’illuminazione. In ogni caso, definiti gli standard relativi alle verifiche di qualità da conseguire, occorre porsi in un’ottica progettuale improntata sull’obiettivo del benessere per gli occupanti. Tale concetto deve essere considerato il fulcro che muove tutta l’attività di progettazione, in tutte le sue accezioni. La filosofia di progetto prevede come primo passo la riduzione dei consumi estivi ed invernali attraverso strategie precise. L’isolamento termico delle componenti opache prevede la realizzazione di un cappotto termico in polistirolo o vetro cellulare a difesa delle pareti controterra, realizzate in calcestruzzo armato, al fine di ottenere valori di trasmittanza intorno a 0,1 W/mq K. La stratigrafia proposta presenta massa e collocazione utile a impedire in pratica le rientrate di calore durante il periodo estivo, così come la platea in calcestruzzo gettata su granulato di vetro cellulare, materiale ecologico idoneo all’isolamento termico di platee armate. La copertura in legno isolata sovrastata da un tetto verde, offre valori ottimali di isolamento termico e massa tali da garantire un perfetto comportamento estivo ed invernale agendo da mitigatore del riscaldamento e da protezione dal freddo. L’involucro è completato da pareti in legno con ottime caratteristiche di comportamento estivo ed invernale, data la presenza di un materiale sostenibile come la cellulosa che rappresenta l’ideale compromesso tra le due stagioni in ragione del potere isolante e della capacità termica. Il fatto di avere limitate aperture, schermate mediante vetri tripli su telai in legno da 125 mm., consente di ridurre gli apporti solari in modo considerevole evitando le fluttuazioni dei carichi termici con riduzione della dimensione degli impianti e dell’impiego degli stessi. L’involucro così composto genera la possibilità di ridurre gli impianti all’essenziale, adattandoli alle caratteristiche specifiche dell’utenza. Una biblioteca, infatti, è un luogo caratterizzato dalla variabilità dei carichi in relazione alla presenza di persone al proprio interno; tale variazione genera apporti di calore da smaltire (estate) o recuperare (inverno) e produzione di vapore acqueo che, insieme alla CO2 derivante dalla respirazione ed alla presenza di apparecchiature, incide sui parametri di qualità dell’aria interna. In presenza di un progetto con le caratteristiche presentate l’impianto deve essere in grado di reagire alle variazioni senza generare negli occupanti la sensazione di discomfort, pertanto occorre definire una gestione di base attraverso sistemi radianti con la attivazione delle masse. Si tratta banalmente di annegare delle serpentine con il fluido vettore nelle strutture in calcestruzzo (pareti e pavimenti) che si caricano lentamente e, una volta a regime, consentono di gestire i carichi con poco impegno da parte dell’impianto. Un sistema di ventilazione meccanica controllata “evoluto” consente come prima cosa di recuperare il calore o il fresco dall’aria espulsa con un rendimento intorno al 90%, oltre a garantire i rinnovi d’aria previsti dalla normativa vigente per edifici con questa destinazione d’uso. L’apparecchiatura (saranno due, una per controsoffitto) sarà dotata di batteria di caldo/freddo per la gestione delle temperature in immissione onde permettere una migliore regolazione e di un deumidificatore che consente di operare sui valori ambiente. La presenza dei due sistemi consente, attraverso opportune sonde di temperatura, umidità relativa e CO2, di operare una raffinata regolazione ambientale. La scarsità di serramenti con affaccio diretto ed il loro orientamento, pur generando da un lato pochi apporti solari nelle stagioni intermedie, consente di evitare potenziali problemi di carichi “rotanti” sommandosi alla presenza di persone e di valorizzare la componente di luce naturale (mediante la scelta di opportuni vetri). Dalla ridotta superficie vetrata ed apribile si generano altresì ridotti disturbi esterni dal punto di vista acustico, mentre la presenza di controsoffitti (utili come vani tecnici) aiuta a ridurre quelli provenienti da fonte interna. Gli stessi controsoffitti, attraverso la scelta di opportuni materiali, ospitano pannelli utili all’accumulo di calore e freddo nelle differenti situazioni che mitigano ulteriormente le variazioni indotte dall’aumento dei carichi con la conseguenza di dare meno lavoro agli impianti. Il comportamento estivo dell’edificio risulta influenzato dalla presenza delle masse “attive” che lo mantengono fresco e ne garantiscono l’equilibrio e della copertura a verde che agisce da ulteriore mediatore climatico attraverso l’evaporazione superficiale e la massa, impedendo la penetrazione dei carichi solari. Lo stesso vale per i serramenti. La ventilazione meccanica controllata introduce aria esterna calda e, mediante uno scambiatore in controflusso con quella espulsa (più fredda) ed una batteria idronica è in grado di inserire aria di rinnovo che non necessita di trattamenti specifici. Il comportamento invernale risulta speculare con il vantaggio che, grazie al fatto che il sole risulta più basso sull’orizzonte, è possibile ottenere dei guadagni solari, seppur modesti. Si ottiene così un edificio avente tutte le caratteristiche “passive”, anche se dotato di un impianto minimale di produzione e distribuzione del calore. Per garantire una produzione di energia con elevati valori di efficienza e con una sostenibilità ambientale a livelli di eccellenza si ritiene idonea la scelta di una pompa di calore geotermica a sonde verticali di potenza molto ridotta, si stimano necessari circa 5 kW per il riscaldamento. Sarebbe opportuno aumentare la potenza della pompa di calore per produrre acqua calda sanitaria al servizio dei bagni. Il circuito radiante e quello delle batterie della VMC del riscaldamento/raffrescamento saranno completati da un accumulo, così come quello relativo all’acqua calda sanitaria per la quale si prevede un recupero invernale dal raffreddamento dei compressori della VMC. In ragione delle necessità di irrigazione del tetto verde e della sensibilità ambientale si prevede di installare un sistema di recupero delle acque meteoriche che funga altresì da ricambio per l’acqua dei WC in modo da ridurre i prelievi di acqua potabile.