Piazza a Travettore di Rosà

Piazza a Travettore di Rosà
La piazza della frazione di Travettore nel Comune di Rosà, intitolata a “Tito Gobbi” si sviluppa intorno alla chiesa parrocchiale “San Giovanni Evangelista” e la sua costruzione risale all’anno 1996 su progetto dello studio di Architettura Gino Ferrari e Alberto Fracca. La realizzazione della piazza ha comportato una serie di superfici inclinate con compluvio verso la chiesa, con un sistema di raccolta delle acque che vede i pozzetti con caditoie collocati ai piedi delle pareti della chiesa, che raccolgono sia l’acqua proveniente dalla piazza, che quella dei pluviali della copertura della chiesa. La piazza è formata da una pavimentazione in betonelle di calcestruzzo da cm 6 di spessore, di colore rosso posate su sabbia costipata, in senso ortogonale all’ingresso della chiesa, alternata con fasce formate da lastre in pietra di larghezza cm 50 e lunghezza ml 1,00 del tipo “Pietra Rosa di Lessinia”, che in alcune parti risultano essere fortemente degradate a causa dell’alto potere di assorbimento che ha questo materiale. Le acque piovane confluivano così in grandi quantità sul perimetro dell’edificio dove ristagnavano provocando un continuo ed irreversibile assorbimento d’acqua da parte delle murature, questo fenomeno era inoltre accentuato anche dalla presenza di un grosso “cordolo spugna” perimetrale in calcestruzzo contenente all’interno del terriccio misto a ghiaia che concentrava e mantiene permanentemente un elevato livello di umidità statica al piede delle murature. Considerata la necessità di intervenire quanto prima per fermare il degrado delle murature della chiesa e preso visione della perizia fornita dall’Ufficio Tecnico del Comune di Rosà, redatta dal Prof. Ing. Claudio Modena in data 15 giugno 2005, riguardante “la risalita capillare di umidità nella chiesa della frazione di Travettore”, si è proceduto d’accordo con l’amministrazione comunale a redigere un progetto definitivo ed esecutivo per i lavori di adeguamento della piazza. L’intervento è stato anzitutto la totale rimozione del “cordolo spugna” (cemento, sassi, terra e limi), che cinge tutt’attorno la parte basamentale a facciavista delle murature della chiesa, che risultava nascosta perché inglobata nel cordolo. Tale zoccolo è stato probabilmente realizzato in un tempo successivo a quello di edificazione della chiesa, in quanto appare privo di ogni senso logico aver previsto e realizzato una parte basamentale in mattoni facciavista con elementi in cotto sagomati, che sicuramente dà al progetto una maggior dignità e coerenza e una più diretta continuità con il trattamento delle pareti in elevazione, alternativamente ad intonaco e a mattoni a facciavista per nasconderla subito dopo con un grossolano cordolo in cemento. Contestualmente alla rimozione del cordolo si dovrà provvedere al drenaggio delle fondazioni ed alla raccolta ed al rapido deflusso delle acque piovane afferenti verso il perimetro della chiesa da parte della circostante piazza – sagrato. Il progetto ha previsto quindi la realizzazione di una contro-pendenza fatta con lastre in pietra tipo Trani bocciardato di dimensioni da cm 80x50 che partono dal bordo perimetrale della chiesa e terminano in un nuovo canale di raccolta delle acque meteoriche che segue con continuità tutto il perimetro dell’edificio. La modifica del sistema di raccolta è stata accompagnata da una verifica del corretto dimensionamento dell’intera rete di smaltimento delle acque. Il nuovo sistema di raccolta perimetrale è stato posizionato con un canale in calcestruzzo vibrato prefabbricato tipo “Pircher” della serie “canale 200 SIR” di larghezza 330 mm e altezza 335 mm, caratterizzato da una grande stabilità, robustezza, impermeabilità e un’ottima resistenza al gelo. La chiusura del canale è stata fatta con sopra una lastra in pietra del tipo “Trani” bocciardato, di dimensioni cm 80x50, spessore cm 8 con risega centrale e fori di diametro cm 3 posti a distanza di cm 10 a ognuno in modo da raccogliere l’acqua piovana della piazza. E' stato inoltre previsto il mantenimento dei pozzetti esistenti e la rete di smaltimento dei pluviali, le caditoie invece sono state sostituite da un controtelaio in ferro con all’interno la posa della pietra in modo da renderle ispezionabili, il canale di raccolta esistente è stato collegato con dei nuovi tubi in PVC di diametro 180 mm al nuovo canale di raccolta delle acque. Dal sopralluogo effettuato in data 7/03/2006 con il manutentore del Comune di Rosà si è verificato che tutte le aree pavimentate in betonelle, le aree asfaltate e la copertura della chiesa conferivano l’acqua a due pozzi perdenti uno situato a nord della piazza vicino al parcheggio e l’altro a sud vicino alla canonica, entrambi i pozzi hanno un diametro di ml 1,00 composti da n. 6 anelli di altezza 1,00 ml ciascuno per un totale complessivo di ml 6,00 di profondità collegati al canale esistente con un tubo in calcestruzzo di diametro 300 mm. Si è notato inoltre che le pendenze del piazzale asfaltato ad est mandano, per buona parte, l’acqua sul piazzale della chiesa senza conferire alle caditoie. Solo sul lato ovest, sul fronte d’ingresso della chiesa, la pendenza allontana l’acqua meteorica dall’edificio, salvo che nel piano lastricato davanti all’ingresso che ha la pendenza che convoglia l’acqua verso la chiesa. In data 19/09/2006 si sono effettuati in loco altri sondaggi, provvedendo ad alcuni scavi e demolizioni di alcuni tratti del cordolo attorno alle fondazioni della chiesa. Dal sondaggio si è rilevato che il terreno adiacente al perimetro della chiesa su cui poggia la pavimentazione della piazza è costituito da poca ghiaia e tanto terreno di riporto, mentre si è riusciti a trovare con uno scavo di circa 1ml di profondità e a circa ml 3,50 di distanza dalla muratura perimetrale della chiesa un tubo forato in calcestruzzo di diametro 30 cm rivestito da geotessuto e contornato da ghiaia per favorire il drenaggio della piazza. Per quanto riguarda la rimozione di un pezzo di cordolo in cemento con lo scavo attorno alla fondazione della chiesa, si è visto la presenza di umidità nella muratura facciavista (rilevata poi in loco con idonee apparecchiature), così quindi da dover intervenire prima di tutto con un’accurata pulizia delle fondazioni e un risanamento conservativo del mattone con dei protettivi a base di polimeri silicei e pigmenti inorganici selezionati, resistenti ed idrorepellenti.


Mercoledì, Maggio 14, 2014 - 17:28

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