FEDERICO CAPPELLINA

ARCHITETTO

Progettista

Indirizzo

Paese : IT
Città : san bonifacio
Codice postale : 37047
Indirizzo : p.le michelangelo 8

Tra i molti interventi di progettazione e recupero ai quali Federico Cappellina ha partecipato e, dal 2004, anno di apertura dello studio veronese, intrapreso in prima persona, vanno annoverati il delicato restauro conservativo della cinquecentesca Villa Negri De’ Salvi di Albettone, gli studi di fattibilità in zone urbane commissionate da vari comuni della zona per la riqualificazione di vaste aree abitative, e, sinergicamente, l’attività di interior design nel tentativo di progettare strutture i cui rimandi tra esterno ed interno fossero evidenti, diretti, armonici. Nell’ultimo lavoro da poco terminato, due unità abitative commissionate da privati e realizzate nella prima periferia del comune di Lonigo l’intervento dell’architetto, quell’idea che in divenire fluidamente si realizza, è sempre evidente eppure mai dichiaratamente imposta. Il monocromo candore degli esterni, orchestrato sull’ alternanza ritmica di pieni e vuoti, di luci e di ombre, di aggetti e rientranze che alleggeriscono le masse (ora svelandole, ora nascondendole) crea veloci punti di fuga e le pone in dialogo costante tra loro, inserendole senza invasività nello spazio circostante. La struttura si esprime attraverso una bellezza immediata e ridotta, di impianto unitario neo-razionalista, ottenuto per sottrazione, combinando pochi elementi, che velocemente l’occhio riconosce e abbraccia. Il light-motif è ripreso all’interno, dove alle predominanze del bianco (anche di buona parte degli arredi) si contrappone energicamente il grigio della pietra serena (pienamente in linea con la tradizione costruttiva italiana) e dei legni pregiati e scuri che sottolineano ogni particolare strutturale facendolo percepire contemporaneamente come particolare scenografico. Gli ambienti sono ariosi e funzionali, dal corpo centrale (il grande salone d’ingresso) alle scale a vista che diventano le direttive percorribile e ritmiche di uno spazio quasi museale (evidenti i rimandi all’Astrattismo e al Suprematismo) che non dimentica però di essere primariamente il contenitore delle intimità domestiche. Ma è anche il contenitore della luce che penetra dalle grandi finestre divenendo a sua volta “elemento costruttivo” preponderante. La stessa luce che di notte, proiettata dai faretti disseminati lungo il perimetro o nascosti dagli anfratti dei muri e riflessa dal bianco degli intonaci ne svela con discrezione la presenza.

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