Nido delle tradizioni

Nido delle tradizioni
PREMESSA Il paese di Sluderno si caratterizza per una spiccata volontà di rinnovamento, volto alla sostenibilità ambientale e alla valorizzazione delle risorse locali. Questa pulsione è testimoniata dalla presenza di numerose architetture dal forte gusto contemporaneo che, utilizzando materiali propri della tradizione, propongono soluzioni efficaci, anche dal punto di vista prestazionale, in risposta a nuove e specifiche esigenze funzionali e formali. Il nostro intervento vuole proporsi come mediazione fra l’architettura moderna (così impropriamente chiamata per necessità di sintesi), fatta di volumi compatti, netti, rigorosi e quella della tradizione. In questo luogo eccezionale, crocevia di storie che intrecciano le vite di molte generazioni (scuola materna, scuola elementare, genitori, anziani), vicino al campo Santo, ove riposano i custodi delle tradizioni, il nostro progetto si inserisce come naturale sviluppo di linee urbane e culturali già segnate; traduce in materia ciò che le carte urbanistiche e la cultura locale hanno già al loro interno, divenendone così emblema ed elemento rappresentativo. Ed è così che il biotopo Ontaneto popolato di animali, gli scorci su Castel Coira, l’eccezionale paternità che Sluderno può vantare relativamente alla razza equina Haflinger, gli straordinari marmi della vicina Covelano, il gusto per la modernità, il rispetto per la natura e l’amore per la terra trovano espressione in un progetto formalmente semplice ma fortemente radicato in un contesto irripetibile. INSERIMENTO URBANISTICO L’edificio si inserisce nel contesto in modo armonico, creando relazioni con l’esistente. L’altezza massima è inferiore a quella di entrambi i corpi di fabbrica limitrofi, con la volontà di testimoniare, anche formalmente, che si tratta di uno spazio pensato per i più piccoli, quindi uniformato alla loro scala. Dal punto di vista planimetrico l’edificio si sviluppa secondo l’asse est ovest, parallelamente alla scuola elementare esistente. L’ingresso, posto al limite est del lotto, con la sua forma irregolare, dialoga con l’ingresso della scuola elementare, definendo uno spazio pubblico (la piazza dei bambini) visivamente delineato e racchiuso. Il lato est, che scivola inclinato verso la sala polifunzionale esistente, crea un sistema di relazione anche con essa e con la più lontana casa di riposo. Il corpo di fabbrica principale, mantiene le distanze minime da tutte le superfici finestrate esistenti (scuola elementare e sala polifunzionale), espandendosi a forma di “C”, in deroga quindi agli strumenti urbanistici, solo in corrispondenza di fronti chiusi della sala polifunzionale. In alzato, ciascun fronte dialoga con l’intorno, divenendone naturale estensione: - il lato est, il più rigoroso e austero, si rivolge con sacralità al vicino cimitero (luogo della memoria), interpretando con un linguaggio moderno elementi stilistici tradizionali come il tetto a capanna e gli elementi decorativi “a gelosia”. Per legare l’immagine del fronte a quello della sala polifunzionale esistente, una pensilina posta alla stessa quota di quella dell’edificio esistente, fuoriesce dal volume in cemento e si incastra nel nuovo edificio; - il fronte nord, che ospita il minor numero di bucature possibile per limitare al massimo le dispersioni termiche, seppur lineare e rigoroso, si rivolge alla grande vetrata della sala polifunzionale con una facciata decorata da una sovrimpressione delicata (immagini di bambini riprodotti a grande scala) che connota in modo visivo l’edificio della scuola materna; - il prospetto ovest chiuso verso la strada statale, è caratterizzato dal grande cavallo in legno (in onore della razza Haflinger) che diviene elemento ludico (ospita un’altalena) oltre a riferimento urbanistico per la città e dal volume tecnico, che, rivestito in legno, si stranea in una sorta di gigantesca mangiatoia; - il lato sud, che si rivolge con uno sguardo diretto alla scuola elementare, si apre completamente sul giardino lasciandosi interamente pervadere dalla luce e dal calore del sole. Il linguaggio di questo fronte è più ricco ed articolato. Ogni aula è connotata da una vetrata colorata e da un volumetto aggettante che, sia internamente che esternamente, rendono giocosa e “amichevole” la facciata. Il sistema degli spazi esterni si organizza attorno alla “strada dei giochi”, un vicolo di quartiere lungo cui gli elementi del paesaggio diventano spazi attrezzati per il gioco e la didattica. Il meleto viene ridimensionato e trasformato in labirinto, mentre lo scroscio dell’acqua nel dissabbiatore ci spinge a trasformarlo in un elemento giocoso che ricorda il greto di un fiume da attraversare grazie a un “ponte” (segno a terra) in legno. “La terra dei giochi” è il piccolo impianto sportivo atto a sviluppare le abilità motorie di base (correre, saltare, strisciare, arrampicare, lanciare...). Il “bosco della Venosta” rimanda all’omonima formazione forestale e con il taglio sbieco rispetto al percorso principale, guida la vista verso Castel Coira; all’interno sono collocate informazioni botaniche, ecologiche, storie e leggende sugli alberi. Queste ultime sono riunite dal “sentiero dei racconti”: una traccia che vuole sottolineare l’importanza della memoria e il ruolo degli anziani nel tramandarla. La scelta di alberature caducifoglie rende figurativamente tangibile il concetto del ciclo della vita, che in questo luogo è quanto mai sentito. La “piazza dei bambini” è lo spazio centrale d’incontro, caratterizzato da un grande albero, sul quale si affacciano gli ingressi delle due scuole. L’attraversamento del lotto è consentito solo ad un transito pedonale o, in caso di necessità, ai mezzi di soccorso. Il traffico carrabile invece è limitato a sud all’accesso al parcheggio interrato esistente della scuola elementare e al limite delle aree di intervento sul lato nord, così da garantire gli adeguati rifornimenti alla cucina e l’eventuale trasporto di pesanti strumenti per il locale della sala prove. Il giardino della scuola materna si sviluppa su morbide “linee curve” che abbracciano l’architettura e invitano a percorrerlo seguendo le “tappe-gioco” il cui tema principale è la leggenda del conte Mattheus che decorò il loggiato del maniero con figure di animali e personaggi da fiaba. I giochi si ispirano dunque al “castello del principe”, agli animali selvatici e alle le loro “dimore”. A ridosso dell’edificio un grande cavallo-gioco in legno rappresenta uno dei simboli dell’Alto Adige e di Sluderno: l’Haflinger, visibile sia dall’interno delle scuole che dalla strada Statale. A livello distributivo la scuola elementare si dispone su due piani fuori terra, mentre la sala prove per la banda musicale trova collocazione al piano interrato. Gli accessi ai due ambiti sono indipendenti e completamente separati in modo da non creare alcun tipo di interferenza fra le diverse attività ospitate. L’ingresso della scuola, delineato da un volume articolato ma puro, privo di qualsiasi aggetto e completamente rivestito in marmo bianco di Covelano conduce nello spazio polifunzionale che si dilata sia orizzontalmente che verticalmente, in uno vano a doppia altezza. La sala polifunzionale diviene anche il nucleo distributivo e interfaccia tra funzioni pubbliche ed aule didattiche. Da questo ambiente infatti è possibile accedere all’ufficio, alla cucina (che dispone anche di un accesso diretto dall’esterno), all’area docenti (posta al piano primo) o al corridoio di distribuzione alle aule adibite alle attività di gruppo e al movimento_riposo (due sezioni al piano terra e due al piano primo). Tutti gli ambienti dedicati alle attività con i bambini (attività di gruppo e movimento_riposo) sono rivolti a sud e divisi (fra di loro) con pareti mobili in grado di garantire un elevatissima modulabilità e quindi flessibilità nell’uso degli spazi. I vani di servizio, quali bagni, magazzini, ecc.. sono invece disposti sul fronte nord. La sala prove per la banda del paese si trova al piano interrato, e risulta accessibile da nord. La scala che conduce dal piano di campagna al livello -1 è coperta da una pensilina e dispone di un servoscala per consentire l’agevole movimentazione di materiale pesante o l’accessibilità alle persone diversamente abili.

Wednesday, March 21, 2012 - 12:48

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