Caffè Letterario a Cefalù

Caffè Letterario a Cefalù
Progetto e direzione dei lavori: Salvatore Curcio Architetto Collaboratori: Arch. Matteo Franco, Arch. Antonio Minutella Impianti: Giuseppe e Vincenzo Ferrara, Sebastiano Badami, Giuseppe Montagna Committente: Galleria s.r.l. di Angelo Daino e Giuseppe Provenza Appaltatore: Catanese Francesco impresario Computi: Arch. Eva Cetrelli IL LUOGO DI PROGETTO L’area è ubicata all’interno del microtessuto edilizio del centro storico di Cefalù, all’interno di un quartiere impostato su un tracciato di epoca ellenistica. L’area è oggi di proprietà della Fondazione Culturale Mandralisca, il cui museo è noto soprattutto per essere la “dimora” del ritratto d’Ignoto di Antonello da Messina. La parte di città interessata dal progetto conserva la struttura urbana primaria, caratterizzata da un impianto semplice e regolare di tipo ippodameo, all’interno del quale si sono costruiti i grandi isolati urbani che come un tappeto, ancora oggi ricoprono l’intera estensione della città antica. All’interno di una scacchiera tanto regolare emerge con maestà il Duomo normanno, che la sovrasta tutta, frapponendosi tra la città e la rocca. L’area di progetto, prima dell’intervento, si presentava in stato di abbandono: l’esterno riempito da una gran quantità di detriti accumulatisi negli anni, anche a causa di diversi lavori edili eseguiti negli edifici adiacenti; l’interno, fatiscente, era utilizzato come magazzino annesso ai locali del Museo Mandralisca. Nonostante ciò, il luogo riusciva lo stesso a esprimere la chiara appartenenza alla struttura primaria della città, mettendo in luce il sistema architettonico introverso, così tipico degli antichi isolati ellenistici. Il tempo, naturalmente, ha aggiunto, modificato, ingrandito o addirittura diminuito, per le molteplici esigenze umane, il cuore di tanti isolati della città antica, senza cancellare o modificare il sistema generale degli spazi urbani interni ed il loro rapporto con le strade adiacenti. Appartenendo il luogo a un sito d’ importanza storica, è sottoposto alla tutela della soprintendenza dei Beni Culturali ed Ambientali della provincia di Palermo. Ciò ha prodotto tutta una serie di discussioni sul progetto con i responsabili della soprintendenza, che ne hanno condizionato positivamente l’andamento, portandomi a riflettere sulla natura degli elementi esistenti e sul loro nuovo possibile ruolo urbano. IL PROGETTO Restituire lo spazio architettonico celato e nel contempo dare un nuovo senso urbano al luogo utilizzandone i principi e gli elementi esistenti, sono state le motivazioni che hanno condotto, in modo naturale, il progetto ad inserirsi come tassello compiuto nel tessuto edilizio del centro storico di Cefalù. Fare pulizia e fare città nella città sono state le parole d’ordine durante la fase di ideazione progettuale e, per questo motivo, il rilievo dei locali interni, dell’esterno e la documentazione fotografica hanno avuto un ruolo significativo nell’identificare i rapporti proporzionali e la misura generale dell’intervento. Bisogna aggiungere a ciò il programma funzionale, particolare non di poco conto, che ha permesso di assecondare la naturale vocazione pubblica del luogo. Di conseguenza, il Caffè Letterario si propone come luogo multifunzionale che dà l’opportunità di ammirare un’esposizione d’arte, di fermarsi a bere un drink, di viaggiare su internet, di comprare un libro, di ascoltare musica dal vivo ed, infine, di consumare un piatto di alta cucina. Inoltre, l’amministrazione del Museo Mandralisca ha chiesto che fosse realizzata un’uscita di sicurezza su via 25 Novembre, una delle due vie che delimitano l’isolato, e l’opportunità di accedere al Caffè Letterario senza uscire dalle proprietà del Museo. Alla complessità funzionale che rende macchinoso lo svolgimento commerciale, il progetto si contrappone con soluzioni semplici, e, pertanto, individua due macro aree, una interna ed una esterna. L’esterno è stato concepito come lo spazio che accoglie le attività più importanti, quali le mostre d’arte ed il plateatico del ristorante. Il recinto murato che lo racchiude, nato dalla città per la città, al suo interno viene usato come parete espositiva, ed offre anche l’opportunità di fornire lo schienale a una seduta in marmo. Una cycas esistente, con l’aggiunta di un giovane ulivo, ha dato lo spunto per costruire una piccola zona verde. I materiali utilizzati appartengono alla tradizione locale: marmo grigio, acciottolato e cocciopesto. I locali interni che accolgono il bar, il book-shop, il punto internet ed i servizi, si presentano con un’immagine contemporanea. Nicchie retroilluminate, cristalli satinati, lampade colorate, mensole di legno laccate di nero, pavimento in marmo grigio lucidato, arredi di design, contribuiscono a trasmettere un’atmosfera del tutto contemporanea. All’esterno l’illuminazione è pensata per far risaltare, con luce radente, il pavimento di ciottoli così da creare vibrazioni mutevoli, mentre, la parete espositiva è stata attrezzata con spot regolabili, per illuminare le opere esposte. In conclusione, è opportuno soffermarsi sulla sezione trasversale generale, che da via 25 Novembre 1856 taglia il giardino ed i locali interni, fino alla via Mandralisca. Attraverso un portale esistente, recuperato come ingresso principale, da via 25 Novembre si accede all’interno del recinto dopo aver superato un gradino in pietra che fa da imposta al piano del plateatico. Camminando si ha, ad una quota superiore, il piano dell’ingresso di servizio al Museo Mandralisca e, ancora più in alto, il piano del giardinetto con l’ulivo e la cycas. Il piano interno è posto tre gradini più in basso rispetto a quello esterno e corrisponde all’incirca alla quota di via Mandralisca. Questi scarti verticali, o soglie, rafforzano l’idea di transito e di passaggio, portando all’attenzione del visitatore il concetto di luogo urbano passante, attraverso il quale è stato congegnato il progetto. LA REALIZZAZIONE Tra le indicazioni dettate dalla Soprintendenza dei Beni Culturali, vi è stato anche l’obbligo di eseguire i lavori con metodi manuali, al fine di salvaguardare eventuali ritrovamenti archeologici. Ciò ha permesso il coinvolgimento di piccoli artigiani locali che, essendo ancora detentori delle tecniche d’intervento tradizionali, hanno dato vita ad una dimensione del fare architettura fondata sul rispetto della città e dei materiali con cui essa è stata costruita. L’intrinseco legame tra artigianato ed architettura, oggi quasi perduto, ha fatto sì che l’opera fosse realizzata a regola d’arte anche nei particolari più nascosti. Uno degli operai del cantiere, avendo collaborato precedentemente alla realizzazione della vicina “Corte delle Stelle”, osservava che la continuità linguistica delle due opere aveva origine, anche, nell’adozione degli stessi procedimenti d’intervento e nell’utilizzo di materiali simili. Durante il corso dei lavori non sono emersi reperti archeologici; pur tuttavia, si sono dovute affrontare delle difficoltà, cioè delle variazioni in corso d’opera, che hanno costretto a ridimensionare i servizi interni a favore di esigenze commerciali emerse nel frattempo. Il controllo delle trasformazioni funzionali in corso d’opera è per me un tema progettuale sempre importante, che in più casi può migliorare l’impostazione del progetto ed anche aiutare a mantenere immutata l’opera nel tempo. LE FINALITÀ COMMERCIALI L’idea commerciale nasce da due giovani imprenditori che, dopo un’attenta analisi di mercato e avendo considerato il grande flusso turistico transitante nella cittadina, hanno deciso di investire in un’attività che potesse promuovere la cultura del luogo per mezzo di un locale che riuscisse a coniugare l’appartenenza alla tradizione locale, e alcuni caratteri dell’ambiente internazionale contemporaneo. L’esperienza professionale internazionale dei due giovani, ha reso possibile un particolare dialogo, cordiale e fruttuoso, che mi ha consentito di progettare nella massima libertà. Si può sostenere che allo stato attuale, a distanza di qualche mese dall’apertura, il locale ha raggiunto l’obiettivo preposto. Esso, infatti, è frequentato da un elevato numero di stranieri. Anche il territorio vicino era privo di un luogo che raccogliesse contemporaneamente sia attività culturali che di intrattenimento, e per tale ragione, il Caffè Letterario è diventato anche meta preferita degli isolani che amano muoversi il fine settimana.

Thursday, September 12, 2013 - 16:23

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