Perché le parallele non s'incontrano mai

Perché le parallele non s'incontrano mai
Tesi di laurea a.a. 2007/2008. Tema: Insediamenti abitativi ad alta densità e ad alta qualità. Relatore: Prof.Arch. Carlo Coppola. Candiato: Amedeo Pedata. Relazione di progetto. L’area di intervento. L’area di studio si colloca nell’ambito della riqualificazione della zona industriale Torrese/Stabiese, di fronte alla nuova marina di Stabia. Nell’area, periferica e degradata, troviamo abitazioni di edilizia economica e popolare, capannoni industriali, il depuratore, dislocato in prossimità del fiume Sarno, e la linea ferroviaria della Circumvesuviana. II progetto generale. L’area è attraversata da due grandi arterie parallele alla linea di costa, via de Gasperi e via Napoli, due strade secondarie ortogonali alle precedenti, traversa Varo e via Venezia. Queste strade hanno andamento rettilineo e le riflessioni effettuate hanno condotto all’ipotesi di un preesistente impianto di centuratio romana, essendo Castellamare una città di fondazione romana. Pertanto, viene ipotizzata una maglia di 710×710 m come linea guida alla definizione di un nuovo strassenbau urbano. L’applicazione della griglia di studio ha interessato una porzione di territorio più vasta della singola area, dando modo di verificare che il sistema delle strade attuali segna, effettivamente, il passo della centuriazione di epoca romana, sia in senso longitudinale che trasversale. Conseguentemente a queste considerazioni è stato disegnato il nuovo Strassenbau. Le strade, in seguito al ridisegno, non sono più destinate al solo traffico veicolare, ma concepite come Ramblas, centralmente munite di percorsi pedonali, permettendo una diversa fruizione dell’ intervento e imponendo un ritmo preciso ai veicoli. Tre strade secondarie attraversano trasversalmente e interamente gli isolati, altre tre strade scendono ad un livello ipogeo permettendo lo sfruttamento del sottosuolo per i parcheggi sotterranei e I’attraversamento degli isolati. II nuovo disegno urbano prevede la realizzazione di nove grossi isolati tra loro proporzionalmente diversi a fronte di una diversità presente nella configurazione iniziale. Lo spostamento del depuratore ha permesso il riutilizzo di una grande porzione dell’area e Ia realizzazione di un parco sportivo nella zona prospiciente il fiume Sarno. II progetto sviluppa un planovolumetrico per edifici ad alta densità abitativa che presentano una grande superficie all’aperto per ogni singola abitazione, per recuperare iI sistema, diffuso in questa zona, della residenza dotata di vasta area esterna, abbinata ad un sistema multipiano che consente un minor consumo di territorio. Aspetti determinanti considerati nello studio sono l’esigenza di modificare i rapporti con lo spazio pubblico e con il lungo mare, consentendo una nuova e migliore integrazione con l’entroterra della città. La destinazione d’uso si fonda sulla compenetrazione di più funzioni: residenze, attività commerciali, uffici, scuole, e servizi dimensionati e proporzionati all’area e al numero degli abitanti. L’approccio gerarchico e metodologico. II lavoro proposto si avvale di un’analisi strutturata con l’individuazione delle caratteristiche urbane attraverso la lettura delle relazioni fra gli isolati che, in questo modo, individuano il campo di applicazione del progetto. In questo campo di applicazione viene indagato l’edificato considerando : -Ia sua scomposizione in unità minime volumetriche; -Ia definizione del rapporto fra le unità minime volumetriche e l’insieme degli edifici che compongono l’isolato. Queste relazioni, insieme agli obiettivi del progetto, definiranno le caratteristiche che determineranno Ia qualità del progetto urbano. Nella zona di applicazione del progetto, rispettando questi assunti si analizzano: -gli Unit Plot, oggetto elementare di architettura, unità minima di analisi; -descrizione delle relazioni fra le parti e fra ogni parte e il tutto, ipotizzando, in questo modo, ciò che accade nel processo di definizione dei singoli ambienti della cellula, dell’edificio e dell’isolato; Planovolumetrico. II progetto urbano o planovolumetrico è il primo risultato della metodologia descritta. L’applicazione delle griglie compositive e la loro estensione in Unit Plot regolari o problematici, definisce la base sulla quale si fonda il progetto di architettura. I tagli, le sovrapposizioni, le rotazioni e le deformazioni della griglia e dei conseguenti Unit Plot sono fattori determinati intorno ai quali le soluzioni di architettura intervengono per dare vita al progetto architettonico del costruito, permettendo il passaggio dalla scala urbana a quella edilizia. Gli strumenti. Le griglie compositive. Le griglie compositive rappresentano lo strumento fondamentale per la realizzazione del progetto di architettura poichè stabiliscono un punto di partenza e sono frutto dell’analisi che, in prima istanza, si conclude sull’area, nello specifico, nella zona di applicazione del progetto. Unit Plot. Gli Unit Plot danno il primo input al progetto di architettura. Essi sono definiti dalla griglia adottata individuando U.P. regolari o irregolari, mediante i quali è possibile risolvere le deformazioni della griglia. Gli U.P., concorrono alla determinazione della prima approssimazione planovolumetrica, grazie alla quale è possibile definire le altezze e gli ingombri complessivi dell’edificato. Gli U.P., in altezza vengono parametrati genericamente alle altezze complessive dei volumi da edificare, considerando il numero dei livelli calpestabili e le dimensioni degli edifici connessi con il volume da progettare. Le varie relazioni tra le griglie planimetriche e la loro evoluzione in Unit Plot consente l’articolazione dei vuoti/pieni di facciata. I rapporti fra le ipotesi strutturali e le definizione delle relazioni distributive degli ambienti diventano gli strumenti mediante i quali controllare i risultati sugli edifici e misurare i livelli di appropriatezza.

Wednesday, September 17, 2014 - 19:11

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