Recupero e Risanamento Centro Storico, Magliano R. (RM)

Recupero e Risanamento Centro Storico, Magliano R. (RM)
SINTESI DELL'EVOLUZIONE STORICA DELLA ZONA OGGETTO DI INTERVENTO L'obiettivo dell'intervento si è incentrato sul primo insediamento abitativo, quello territorialmente compreso lungo l’antico sistema viario fra l'antico insediamento falisco di Narce e quello etrusco di Veio, avvalorato dalla presenza di antiche tagliate in tufo. La fondazione del borgo di Magliano Romano, oggetto dell'intervento, dovrebbe essere conseguente alla prima distruzione del castello, avvenuta nel 1241; ciò venne confermato dopo qualche decennio dalle Rationes Decimarum Italiane: In questi atti, infatti, risultano consumate, dagli abitanti di Magliano, otto rubie di sale; una rubia di sale era sufficiente per un fabbisogno di ottanta persone. Ne consegue che nell'antico borgo dell'allora chiamato Malleanum Pecoraresi, ovvero nel comparto storico oggi individuato per l'intervento di recupero e risanamento, fra il 1274 ed il 1280, era già abitato da circa 600 persone. Il borgo, edificato su di un'altura tufacea naturale, fra i secoli XIII e XIV si attorniava di mura per la difesa e mostrava un solo accesso nel fianco a sud del castello, laddove oggi vi sono le scale per l'accesso principale. La pianta del borgo si sviluppa in senso longitudinale, da sud verso nord, e proprio agli estremi vi sono ubicati il castello, a sud, e la Chiesa di San Giovanni Battista, a nord - visibili l'uno dall'altro attraverso lo spazio del corso, pressochè retto, di via del Duomo, che li collega -. La costruzione del castello degli Anguillara non è ancora possibile datarla, ma si può conoscere l'anno, il 1241, della sua prima distruzione ad opera dei Viterbesi ghibellini. In seguito venne più volte ricostruito, mutando di proprietà, dagli Anguillara agli Orsini, di nuovo agli Anguillara, poi ai Cesi, ai Borromeo, ai Chigi, fino agli Arnaldi, tuttora proprietari. Nella Chiesa di San Giovanni Battista sono custoditi ed esposti, ai lati dell'unica navata, affreschi di grande interesse del XII sec., portati via dalla chiesa di San Michele Arcangelo, anteriore al secolo VI, sita sul pendio del colle sotto il casale od ovest del borgo, scavata in parte nel tufo ed in parte edificata in muratura, inizialmente frequentata da monaci eremiti di origine orientale ed in seguito divenuta Arcipretura, dato l'elevato numero di fedeli. Nel borgo restano ulteriori testimonianze di resti attribuibili a questa fase storica: vari stemmi, fra cui uno degli Anguillara i primi proprietari tanto del castello quanto del feudo, e degli affreschi nella Chiesa di San Giovanni Battista. Durante il secolo XVII, l'aspetto del borgo restava pressochè invariato: il feudo veniva acquistato e costituito come marchesato dalla famiglia del Cardinale Flavio Chigi, che consentiva di effettuare le prime testimonianze topografiche intorno al 1670, tramite una pianta del borgo elaborata dall'architetto Felice della Greca. Nel 1816, attraverso una nuova pianta del Catasto Gregoriano, è possibile osservare delle notevoli differenze rispetto a quella del 1670: si accede alla rocca da più punti, le unità figurative architettoniche delle abitazioni subiscono variazioni, non restando più rappresentate come blocchi uniti, in quanto frazionate oppure demolite. Da allora l'aspetto del borgo, obiettivo dell'intervento indicato, non ha ulteriormente subito ingenti ricostruzioni. CARATTERISTICHE PRINCIPALI DEL LUOGO Magliano Romano viene inquadrato territorialmente a circa 20 Km. a nord di Roma. La sua area si estende fra la Via Cassia, ad ovest, e la Via Flaminia, ad est. Il territorio viene contrassegnato da una varietà di pianori tufacei, che delimitano profonde depressioni del terreno, in alcune delle quali defluiscono torrenti e ruscelli. Le prime prove sicure di frequentazione del territorio di Magliano si riallacciano al Paleolitico superiore, 250 sec. ca. a. C.. Materiali ritrovati a Monte Cristino ed altri oggetti rinvenuti nelle località di Valle Nocchia e Monte Li Santi, intorno alla direttrice viaria originaria per Narce, attualmente in direzione di Calcata, si rifanno all'età della Pietra Nuova, 3000 anni fa ca., oltre ad un abitato dell'Età del Bronzo (1900-1000 a. C. ca.), in località Le Ripe. Del periodo etrusco-falisco (X-IV sec. a. C.) fanno parte varie necropoli e piccoli villaggi, invece più numerose sono le testimonianze di età romana (ville, impianti termali, opere idrauliche, necropoli, altre tipologie di insediamenti). Nel corso del Medioevo il luogo venne denominato come Massa Maiana. Nella prima prova scritta ufficiale finora ritrovata, relativa all'insediamento abitativo di Magliano e datata 761 d. C., venne menzionato un territorio chiamato Manlianus Casalis, un abitato rurale messo in rapporto con una nuova pianificazione del territorio, che Papa Adriano I (771-795 d. C.) autorizzò per il Patrimonio di San Petri in Tuscia. In seguito, tanto la bolla papale del 1081 di Papa Gregorio VII, quanto quella del 1218 di Papa Onorio III, certificano lo sviluppo di tale insediamento rurale. DESCRIZIONE DELL'IPOTESI DI VALORIZZAZIONE Così come è stato suggerito dall’Assessorato all’Urbanistica e Casa della regione Lazio, si è perseguito l’intento di privilegiare un esclusivo settore del centro storico, una parte unitaria e delimitata, quella racchiusa, attraverso la via del Duomo, fra la Chiesa di San Giovanni Battista ed il castello. Ne consegue che, in tal modo, si riuscirà comunque ad attuare, rispetto alla disponibilità dei fondi, tanto una risoluzione unitaria per un intervento se non altro dignitoso - ovvero che possa collegare, in un’unione logica e decorosa, lavorazioni più o meno congiunte - quanto per un sano recupero e risanamento nel pieno rispetto della risoluzione unitaria della più adeguata e molteplice equazione estetica/strutturale/impiantistica. Si è generata, in tal modo, una figura d’insieme per un intervento stabilito essenzialmente sulla salvaguardia, la gestione e la rivalutazione dell’insieme delle unicità abitative del borgo: un modello conforme a simili esperienze, perfezionate in altri centri minori del paese che ne hanno tratto finora notevoli benefici nella crescita e nel miglioramento di sostenibilità, tanto culturale, quanto economica. Inoltre esiste il preciso intento di riuscire ad sollecitare la qualità del progetto definitivo, solidamente strutturato ad una giusta etica che si possa concretizzare in auspicabili accorgimenti comunali, mediante un’ampia varietà di futuri interventi, finanche collegati alla riqualificazione paesaggistico-ambientale. Ci si è inoltre allineati ai chiari appelli delle normative, fino alle più recenti, al preciso scopo di conseguire quella facoltà che renda possibili nuove opere di recupero e di risanamento, al preciso scopo di tutelare la qualità della progettazione e della realizzazione urbanistica ed architettonica, sia nel suo esclusivo valore pubblico, sia per ottenere la più giusta e corretta tutela di uno storico e ben conservato sistema abitativo. Un sistema il cui ordine, nel territorio, avrà l’obbligo di restituire vuoi cura e vigilanza allo stesso territorio, vuoi sviluppo della qualità della vita di coloro che vi permangono. In questo accurato contesto si intende quindi studiare a fondo un coeso impegno progettuale, tanto edilizio, quanto urbanistico, mediante una progettazione organica, armonica ed unitaria, atta a percepire ed accogliere bisogni e richieste di segno formale, funzionale, comunitario. Sono bisogni e richieste posti alla base della creazione e della realizzazione di opere che devono garantire ai fruitori, inoltre, un corretto ed unitario inserimento nell’ambiente circostante, insieme alla futura sostenibilità per una garante manutenzione estetica, strutturale ed impiantistica dei singoli edifici risanati. Questa proposta preliminare viene correlata a schemi grafici e fotografici che tendono a mostrare quella chiara, semplificata ed immediata esposizione che ben premetta e prometta l’elaborazione del più valido rilievo e del più valido progetto definitivo che, conseguentemente, verranno eseguiti secondo le direttive e le normative regionali.

Tuesday, January 7, 2014 - 22:31

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